6 Novembre 2021 - 12:32

Draghi al Quirinale e l’ipotesi di un ritorno alle urne: il parere dei partiti

Draghi

Si pensa a una forma di semi-presidenzialismo, ovvero una doppia poltrona per Mario Draghi, sia al Quirinale che al governo. Bersani non ci sta e commenta: ‘della Costituzione non frega niente a nessuno

In molti vorrebbero Mario Draghi al Quirinale, pur non rinunciando alla sua guida al governo. Una sorta di semi-presidenzialismo che però non mette d’accordo proprio tutti i partiti.

I pareri

Il Partito democratico parla di un ‘dibattito surreale‘ pensando all’ipotesi di una doppia poltrona per Mario Draghi, un’ipotesi che, sottolinea il Partito, ‘non sta in piedi’. D’altra parte Pier Luigi Bersani commenta: ‘Fatevelo di legno il Presidente della Repubblica, visto che della Costituzione non frega niente a nessuno. Faccio gli auguri a Giancarlo Giorgetti che ora ha il problema di rimodulare la Lega. A quelli che hanno giurato sulla Costituzione dico: leggetela‘.

Ad essere in disaccordo con l’ipotesi di Giorgetti però, non è solo il centrosinistra. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, la ministra Mara Carfagna ha così commentato: ‘Draghi sarebbe un ottimo capo dello Stato, è ovvio. Ma il semi-presidenzialismo in Italia non c’è: dal Quirinale potrebbe avere un ruolo di indirizzo, non operativo. Da Palazzo Chigi invece potrebbe portarci al 2023, a metà del cammino previsto per ottenere i fondi europei, con le riforme incardinate e il treno sui binari giusti’. Questo esecutivo è nato per portare l’Italia fuori dall’emergenza sanitaria e da quella economica: interrompere questo percorso non farebbe bene al Paese‘.

In ultimo, conclude Carfagna: ‘Se Draghi salisse al Colle, un minuto dopo avremmo da risolvere il rebus del governo, con la possibile apertura di una crisi, con maggioranze non scontate, con il rischio di un esecutivo solo elettorale o comunque debole. E se si andasse alle elezioni, in un clima di scontro, che fine farebbero le riforme? Le urne non sono un problema per i partiti, ma per il Paese che sprecherebbe l’opportunità di un boom economico e sociale’.

La chiamata alle urne

La maggiore preoccupazione per il centrosinistra sarebbe proprio il ritorno alle urne, ipotesi più che realistica nel caso in cui Draghi si candidasse per la presidenza della Repubblica: ‘Se uno vuole tirare giù un governo, c’è la sfiducia in Parlamento. Non si manda qualcuno al Quirinale per andare a votare. Io penso che ci sia qualcuno che vuole andare a votare per sfilarsi’, commenta Bersani.

Quel qualcuno sembrerebbe essere Matteo Salvini, anche se il leader della Lega ufficialmente smentisce le accuse, assicurando che anche se Draghi dovesse accettare di salire al Colle, questo non comporterebbe automaticamente il voto anticipato. Riflessione fatta anche dal neo-leader pentastellato Giuseppe Conte: ‘Non ci sono preclusioni. Ovviamente, bisogna verificare che ci siano tutte le condizioni e lo ripeto: questo non significa che un attimo dopo si vada alle elezioni‘.