27 Gennaio 2018 - 15:05

Elezioni 2018: l’irrimediabile frattura nel Pd

matteo renzi

Elezioni 2018, il terremoto partitico e politico delle liste Pd. Renzi e la sua maggioranza si giocano tutto il 4 marzo?

La fine di gennaio è ormai alle porte e i vari schieramenti hanno cominciato a rendere ufficiali i futuri candidati per le Elezioni 2018.

Fra smentite dell’ultima ora ed imbarazzi corretti all’ultimo momento, ad emergere nel dibattito politico è la situazione del Pd alle prese con l’ennesima diatriba interna.

Infatti, al netto dell’imposizione – così come denunciato dalle minoranze – sui posti da occupare, il partito del rottamatore Renzi ha deciso di imporre in tutto e per tutto la linea dettata dall’ala maggioritaria.

In pratica, con una mossa che rispecchia il classico modus operandi dell’attuale maggioranza dem, sono state costruite le candidature in modo tale da tener definitivemente fuori da ogni contesto le minoranze interne.

La strategia renziana per le Elezioni politiche 2018 – a dir poco scontata, considerando l’atteggiamento in altre situazioni di crisi come questa – è riuscita in un sol colpo ad avere un doppio effetto tanto sulla tenuta del partito quanto sull’esito elettorale.

Guardando l’aspetto prettamente partitico, l’ennesimo isolamento delle aree di Orlando ed Emiliano, da un lato ha indebolito un partito alla continua ricerca di un’identità e dall’altro ha, praticamente, autorizzato un tana libera tutti che rischiaa di avere un effetto catastrofico a livello territoriale.

Proprio questo punto apre la seconda problematica, dove, con l’imposizione di candidature vicine all’ex Premier ma non al territorio di appartenenza – vedi la Puglia, in particolar modo – potrebbe mettere a rischio un’elezione, di per sè, già persa in partenza.

Tutto ciò, inoltre, si mescola con questioni maggiormente spinose quali quella di Casini o della Lorenzin – candidata a Modena in quota Pd – che, in nome di un accordo nato nelle aule parlamentari in precedenza – spalanca ancor di più la porta ad ulteriori bilanciamenti verso il centro.

Questo massiccio spostamento dell’asse politico, infine, renderà maggiormente evidente la scarsa identità di partito e l’inevitabile resa dei conti interna alla fine delle Elezioni 2018, con conseguente -ed annunciato – disastro elettorale in vista del 4 marzo.

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