3 Settembre 2015 - 20:59

Prosegue l’emergenza migranti, nuovo piano Ue “redistribuire 120mila migranti, sanzioni per chi non accoglie”

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Prosegue l’emergenza migranti, intesa tra Roma, Parigi e Berlino: “Dalla UE arrivi una risposta forte”. Chiesta “Un’equa ripartizione dei rifugiati”

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La situazione drammatica dei migranti sta peggiorando ora dopo ora, caos, panico e tanta paura stanno avvolgendo tutta l’Europa e le risposte da parte della UE pare tardino ad arrivare. Mentre si materializza l’asse tra Italia, Francia e Germania, la Commissione Ue starebbe elaborando l’ennesimo piano per superare il Trattato di Dublino e dare un segnale forte a tutti i Paesi travolti dall’ondata migratoria. Alla base del nuovo testo dovrebbero esserci la relocation obbligatoria per gli Stati membri e una revisione della cifra degli immigrati da redistribuire sul territorio che, lieviterebbe da 40 a 120mila. Intanto Praga sconvolge l’Europa “marchiando” sul braccio con numeri i migranti, riportando in vita i fantasmi più oscuri della nostra storia contemporanea, una storia che ha dilaniato il cuore di tutta l’Europa e che, ancora oggi, sta cercando di dimenticare.

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Emergenza migranti

Budapest – Scatta l’emergenza migranti soprattutto nella capitale Ungherese, presa d’assalto da un’ondata di extracomunitari fuori controllo. Più di 350mila immigrati hanno attraversato il Mediterraneo da gennaio, secondo gli ultimi dati Oim, e almeno 2.643 persone sono morte in mare durante la traversata: oltre 118mila sono sbarcati in Italia, gli altri si sono divisi tra Spagna e l’isola di Malta. Ma è la rotta dei Balcani che desta maggiore allarme in queste ore. Un totale di 3.650 migranti sono arrivati in treno a Vienna solo nella giornata di lunedì, mai così tanti in un solo giorno dall’inizio dell’anno. In Germania, in Baviera, che confina con l’Austria, la polizia ha registrato il numero record di arrivi di 2.200 nelle ultime 24 ore. Il numero è schizzato alle stelle visto che alcuni treni, carichi di centinaia di immigrati, hanno lasciato l’Ungheria e attraversato l’Austria, diretti verso la Baviera. Il governo di Budapest, che lunedì aveva permesso ai migranti di salire sui treni, ha chiuso, solo ed esclusivamente per gli immigrati, la stazione Keleti.

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Emergenza migranti

La situazione sembra non essere delle migliori neanche in Italia, Francia e Germania, ove i ministri degli Esteri mercoledì hanno firmato un documento comune per chiedere di rivedere le regole europee in materia di asilo ed “un’equa ripartizione dei rifugiati sul territorio europeo“. Il documento, spiega la Farnesina in una nota, “mette in rilievo come, alla luce dei limiti e delle manchevolezze chiaramente mostrati dall’attuale sistema di regole europee in materia di asilo, creato ormai 25 anni fa, occorra rivederne contenuti e attuazione”.

“Il documento è stato inviato all’Alto rappresentante dell’Unione europea, Federica Mogherini, con la richiesta che dell’argomento si discuta il 4-5 settembre a Lussemburgo in occasione della riunione informale dei ministri degli Esteri dell’Unione”.

Il premier britannico David Cameron, però, continua a ripetere che prendere più rifugiati” non è la risposta giusta. Anche il primo ministro ungherese Viktor Orbàn è dello stesso avviso. “Chi è sovraccarico – avverte – non può prendere nessuno.

Nonostante le critiche dei Paesi dell’Europa centrale e dell’Est, la Commissione è decisa ad andare avanti, mettendo a punto il nuovo piano per gestire l’invasione. Il nuovo piano del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker sarà composto in: misure d’emergenza e misure di lungo periodo. Alla base ci saranno la sospensione del Trattato di Dublino e, quindi, un meccanismo di redistribuzione permanente dei richiedenti asilo sulla base di vari indici che, oltre a tenere in considerazione l’estensione del territorio e la densità, vengono calcolati sulla base del pil e del tasso di disoccupazione. Juncker vorrebbe poi introdurre “l’obbligatorietà per tutti i paesi Ue di accogliere i profughi, con sanzioni pesantissime per quanti scegliessero di rifiutare la politica comune. Nel frattempo Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Ungheria cercano di tutelarsi dal “piano Juncker”. Infatti, hanno già programmato per venerdì un vertice che servirà a mettere a punto una strategia comune che depotenzi il piano di Juncker.

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