12 Settembre 2016 - 13:16

Eravamo tutti Charlie, adesso non più

Eravamo tutti Charlie, adesso non più. Dopo la vignetta che il settimanale satirico francese ha pubblicato in seguito ial terremoto che ha colpito il centro Italia il 24 agosto, il comune di Amatrice ha querelato il giornale per diffamazione

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Eravamo tutti Charlie, adesso non più. Dopo la solidarietà nei confronti dei redattori del settimanale francesi, sacrificati sull’ara dell’informazione e martiri del diritto alla satira, adesso i sentimenti sono cambiati, e di molto anche.

La pubblicazione della ormai nota vignetta, in cui si ironizzava sulla tragedia che ha colpito il nostro Paese, equiparando uno dei piatti della tradizione culinaria italiana agli strati di macerie presenti sui luoghi del sisma, ha sollevato l’indignazione e la rabbia di tutta Italia e non solo. Eravamo tutti Charlie. Ma chiedete a chi ha perso casa, moglie, figlio ed è solo con il cane, se si sente Charlie adesso. Ne dubitiamo fortemente.

Certo, a Charlie Hebdo saranno abituati abbondantemente a querele e proteste da parte di coloro che subiscono la satira, ma quella depositata questa mattina da parte del Comune di Amatrice più che una querela è un urlo forte e necessario che si leva dalla comunità intera, che non ci sta a vedere equiparati i loro morti ad una lasagna a più strati. Il Comune di Amatrice ha depositato questa mattina, per mano dall’avvocato del Comune, Mario Cicchetti, una querela per diffamazione aggravata  presso la procura del tribunale di Rieti.  

Secondo quanto si legge nella denuncia:si tratta di un macabro, insensato e inconcepibile vilipendio delle vittime di un evento naturale. La critica, anche nelle forme della satira, è un diritto inviolabile sia in Italia che in Francia, ma non tutto può essere ‘satira’ e in questo caso le due vignette offendono la memoria di tutte le vittime del sisma, le persone che sono sopravvissute e la città di Amatrice”. L’avvocato Cicchetti spiega ancora come ” il reato si sia, senza dubbio, consumato sul territorio italiano in quanto la condotta diffamatoria, per quanto intrapresa con la pubblicazione della vignette in Francia, si è perfezionata in Italia attraverso la loro percezione e diffusione sia sui media tradizionali sia sui social network”.

Eravamo tutti Charlie. Adesso siamo tutti Amatrice. E poi, cosa saremo?

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