13 Gennaio 2018 - 09:42

Francesca Michielin: 2640 è il nuovo disco – La Recensione

Francesca Michielin

È uscito ieri, venerdì 12 Gennaio per Sony Music, il nuovo disco di Francesca Michielin 2640. Leggi la recensione di Zon.it

Con un termine moderno il nuovo disco di Francesca Michielin, 2640, sarebbe definito indie. È una parola nuova, questa, contrazione del termine inglese indipendent.

La Francesca che viene fuori dalle 13 tracce del racconto musicale cucitole addosso da Michele Canova è proprio così: libera ed indipendente, ma non solo perché nella tracklist figurano firme che del genere sopra citato hanno fatto un mantra (Calcutta, Tommaso Paradiso, Cosmo). L’indipendenza auspicata nel disco è una dichiarazione di guerra contro un ordine precostituito di cliché ed aspettative.

2640, l’anima indie di Francesca Michielin

Con questo album, l’ugola d’oro di Bassano del Grappa lanciata dalla quinta edizione di X Factor, si pone quasi come il Barone Rampante della musica italiana: non importa quanto il mondo lo reputi irrealizzabile, lei vuole sfrecciare in bici come fosse un aeroplano salire in bici su a Milano (Comunicare).

L’istanza visionaria ma futuribile, che potrebbe essere il corrispettivo musicale del finale del film di De Sica Miracolo a Milano, raggiunge il suo apice in Noleggiami ancora un film. Un’azione che oggi sarebbe considerata dai più eversiva, è il pretesto che Francesca usa per cantare il suo orgoglio di “baronessa”: la nostra, non si vergogna della playstation al tempo della velocità e di guardare la Formula 1 al tempo delle rivoluzioni sul divano di casa.

2640, l’essenziale di Francesca Michielin

Ed a quanti le dicono “Mettitelo in testa, quel mondo lì non c’è più”, così scrive Tommaso Paradiso in E se c’era, Francesca risponde puntando all’essenziale: ai sussurri sulle urla, al silenzio sulla musica techno, ad un sentimento senza trucco nell’epoca degli amori che durano al massimo due ore.

queste cose vorrei dirtele all’orecchio mentre urlano e mi spingono ad un concerto (…) stasera non mi trucco che sto anche meglio, voglio vedere se mi stai ascoltando”

(Io non abito al mare)

2640 di Francesca Michielin va dritto al cuore

Nel singolo apripista dell’album, Vulcano – scritto insieme a Dario Faini, Francesca si chiedeva se il suo cuore fosse vivo. Col senno di poi, e soprattutto dopo aver ascoltato Scusa se non ho gli occhi azzurri possiamo dire che, sì, il cuore Francesca ce l’ha e se lo spreme, prima gettandolo in faccia all’ascoltatore, poi asciandolo planare sul petto dell’amato o di suo padre.

In Due Galassievocazione indipendentista e cuore trovano un punto di pacificazione, anzi, al muscolo vengono date addirittura funzioni e possibilità inusuali: esso è la cassa armonica degli abbracci; i suoi sussulti, il fascino che su di lui esercitano le piccole cose possono essere addirittura registrati.

2640 di Francesca Michielin: al centro della passione

Nel disco Francesca canta, e scrive, anche in inglese: Lava celebra l’energia ma anche la libertà di dire no a tutte le catene.

Come i meglio informati sapranno, Francesca è un appassionata di Formula 1, tanto che ha avuto l’onore di cantare l’Inno di Mameli all’ultimo Gran Premio di Italia: il disco si chiude, perciò, con una dedica ad uno dei suoi miti Alonso. Francesca lo tratta come fosse un amico, cantandolo come si rivolgesse a suo padre od all’umanità intera che farebbe davvero la differenza (come auspicato in Bolivia) solo se si lasciasse amare di più.

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