Francesco Totti si racconta a Che Tempo Che Fa e presenta il suo libro
La bandiera della Roma, Francesco Totti si è raccontato nel salotto di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa, in occasione dell’uscita del suo libro
Ospite di Fabio Fazio su Rai 1, Francesco Totti si è raccontato ieri sera a Che Tempo Che Fa.
La Leggenda della Roma ha approfittato dell’occasione per presentare la sua prima autobiografia, che uscirà il 27 settembre (giorno del suo 42esimo compleanno), intitolato “Un Capitano”.
Sulla sua storia d’amore con la Roma e il suo addio: “Ho giocato per 25 anni con la stessa maglia ma il giorno dell’addio è diverso rispetto a tutta la carriera che ho vissuto. Ci sono state occasioni per andare via, ma l’amore verso quei colori mi hanno portato a scegliere la Roma per sempre. Non ho vinto tanto in carriera, ma quella è stata la vittoria più bella e mi ritengo fortunato“.
Sulla lettera d’addio ai tifosi: “Mi ha aiutato Ilary. Abbiamo deciso di fare una cosa diversa e abbiamo buttato giù un po’ di cose, ho voluto esternare ai tifosi e non solo tutto il mio amore per la Roma in quei 25 anni. Non è stato facile leggerla, a casa piangevo quando la leggevo. Cercavo di non farmi vedere piangere da Christian e Chanel ma è stato impossibile“.
Sull’episodio al carcere di Rebibbia: “Ero andato a fare visita ai detenuti. C’erano davvero tante persone, in particolare una. Urlava, spingeva e voleva vedermi a tutti i costi. Si fece una foto con me ma non capivo il perché insisteva per averla. Scoprii che doveva uscire una settimana prima dal carcere ed era rimasto apposta lì dentro perché sapeva che sarei arrivato io“.
Sul suo primo gol con la Roma nel 1994 contro il Foggia: “Dopo il gol, volevo andare ovunque ma non ho fatto niente. Fu una partita difficile, io invece ero giovane e spensierato. Non avevo poi così tanta pressione addosso“.
Sullo Scudetto del 2001: “Dopo la vittoria del campionato, uscii dallo stadio e andai a casa a prendere la moto. Non so come feci, a Roma era impossibile stare in giro. Andai in un ristorante dove stavamo con la squadra e rimasi per 5 minuti con il casco in testa per non farmi notare“.
Il bacio del Papa: “Ero alle scuole elementari. Andammo in udienza da Giovanni Paolo II: lui inizialmente passò accanto a me, ma poi tornò indietro e mi baciò in fronte“.
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