Germania, il calo del PIL è inferiore alle stime previste
In Agosto, in Germania, è salita la fiducia delle imprese. Il calo resta il peggiore dal 1970, ma gli esperti avevano previsto il crollo
Un grande problema, ma almeno a parole si tratta di un rischio completamente calcolato. Il crollo del PIL registrato in Germania è inferiore alle stime fatte per quanto riguarda il secondo trimestre del 2020, ovvero il periodo più grave della pandemia. Il prodotto interno lordo tedesco è calato del 9,7% secondo i dati aggiornati da Destatis, l’istituto di statistica di Berlino. La previsione iniziale degli esperti parlava di una riduzione a doppia cifra (-10,1%). Ma non c’è molto da stare allegri.
Il calo del PIL, infatti, è il peggiore dal 1970 a questa parte, ben peggiore rispetto alla contrazione registrata durante l’ultima crisi economica nel primo trimestre 2009 (all’epoca si fermò a -4,7%). Su base annua si registra una variazione del -11,3%. D’altra parte, le imprese tedesche hanno registrato un miglioramento nel mese di agosto, alimentando le speranze di una ripresa. L’indice dell’istituto IFO che misura il clima di fiducia è salito a 92,6 da 90,4 rivisto al ribasso di Luglio.
“L’economia tedesca è sulla strada della ripresa.” scrive il presidente dell’IFO Clemens Fuest in una nota. Dunque, ad ora, l’allarme sembra quasi essere rientrato.
L’andamento del PIL nel secondo trimestre in Germania non è stato troppo diverso da quella osservata negli altri Paesi europei: in Italia il calo è stato del 12,4%, valore più basso dal secondo trimestre 1995. Ma peggio ancora ha fatto la Francia, con un tonfo del 13,8% tra Aprile e Giugno, a dimostrazione di quanto sia generalizzata la crisi del Coronavirus sulle economie mondiali.
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