Governo, ecco i perché del NO al Mes e le possibili alternative
Il Parlamento ha votato in maggioranza per il NO al Mes. Ecco perché il Governo ha scelto questa strada e quali sono le alternative
L’Italia dice NO al Mes. Il Parlamento ha bocciato la risoluzione proposta da Forza Italia che richiedeva l’attivazione dei Fondi Europei chiudendo così una discussione che andava avanti ormai da mesi. Una volta messa in archivio la decisione della Camera, analizziamo i motivi che hanno portato l’Esecutivo guidato dal Premier Giuseppe Conte ad esplorare vie alternative.
Il motivo principale del NO va ricercato nella natura stessa del Mes: è un prestito e in quanto tale si tratta di soldi da restituire. Questo debito, sicuramente vantaggioso perché forte del rating AAA, è però soggetto al diritto internazionale e questo comporta il rischio di essere condizionati a livello politico dagli altri Paesi dell’Unione Europea più stabili dal punto di vista economico e quindi più consolidati.
Un altro motivo è la forza dell’Italia sui mercati. Nonostante il periodo di forte crisi economica e il rischio di una recessione senza precedenti causa Covid, l’Italia è riuscita a resistere grazie ai 14 miliardi di titoli racimolati tramite il risparmio delle famiglie. Il nostro Paese può quindi permettersi di rifiutare questo tipo di aiuti provenienti dall’esterno. A tutte queste ragioni va poi aggiunta la gestione dei fondi che il Governo ha già messo a disposizione delle Regioni attingendo dalle risorse nazionali: gli enti locali hanno infatti utilizzato solo un terzo di questi soldi. In particolare, come riporta “Il Fatto Quotidiano”, le Regioni hanno già ricevuto una dote di 3,4 miliardi di euro: di questi circa due miliardi sono destinati al potenziamento delle strutture sanitarie e sono stati spesi solo 734 milioni.
A questo punto, quali sono le alternative al Meccanismo Europeo di Stabilità? Difficile prevedere le mosse del Governo su questo tema, sembra però chiaro che l’Italia voglia affidarsi alle proprie forze per uscire da questa crisi. Ogni anno l’Italia emette 300-400 miliardi circa di titoli di stato e sarà su questi fondi che il Paese conterà per le sue riforme e le sue politiche. E proprio il capitolo riforme e il tema di come spendere i soldi a disposizione saranno fondamentali per la ripresa economica: la vera sfida delle Istituzioni non sarà tanto il trovare i soldi, importante sarà saperli spendere.
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