15 Marzo 2016 - 09:53

Il Seggio Vacante – “Dallo scritto allo schermo”

il seggio vacante

Il Seggio Vacante (The Casual Vacancy) è il primo romanzo scritto dalla celeberrima J.K. Rowling dopo la conclusione della saga di Harry Potter nel luglio 2007

[ads1]Il libro, dedicato ad un pubblico adulto, viene pubblicato in Inghilterra e Stati Uniti il 27 settembre 2015, per poi arrivare in Italia, edito da Salani Editore, il 6 dicembre dello stesso anno.

Cover della prima edizione del romanzo, edito da Salani Editore.

Cover della prima edizione del romanzo, edito da Salani Editore.

La Rowling, in occasione della pubblicazione del nuovo libro, cambia completamente rotta, non limitandosi esclusivamente alle tematiche affrontate: nuova agenzia letteraria e nuova casa editrice accolgono un romanzo che non solo si discosta dalla saga di Harry Potter, bensì dal resto dei romanzi in generale.

‘Il Seggio Vacante’ è un’opera che non può essere catalogata in un determinato genere, è una storia cruda e tragicamente realistica, che ha come obiettivo principale quello di delineare uno spaccato di realtà che respiriamo tutti i giorni. Si potrebbe quasi dubitare che si tratti della “mamma” di Harry Potter quando leggiamo parolacce, allusioni sessuali esplicite e violenza in tutte le sue forme, ma sotto questa vernice ostica si nasconde il suo inconfondibile stile.

A causa della natura della storia e di come essa viene narrata, la Rowling si mostrò fin da subito scettica nei confronti di una qualsiasi trasposizione fino a quando, dopo circa due mesi dalla pubblicazione del romanzo, la BBC ne acquista i diritti per trarne una serie tv. La mini-serie televisiva “Il Seggio Vacante”, composta da tre episodi da un’ora, viene trasmessa dal 15 febbraio su BBC One, per poi arrivare in Italia sulla piattaforma Sky lo scorso novembre. 

TRAMA

Quando Barry Fairbrother muore inaspettatamente alla soglia dei quarant’anni, la cittadina di Pagford rimane sconvolta dall’evento. Pagford è, in apparenza, un idilliaco borgo inglese, con una piazza del mercato acciottolata e un’antica abbazia, giardini ben curati e negozi di specialità gastronomiche. Ma dietro a questa facciata pittoresca si nasconde una realtà piena di conflitti. Conflitti fra ricchi e poveri, conservatori e progressisti, adolescenti e genitori, mogli e mariti, insegnanti e studenti… Pagford non è dunque così amena come sembra.

Il seggio nel consiglio municipale rimasto vacante dopo la morte di Barry diventa ben presto il fattore scatenante di uno scontro come mai se ne erano visti prima in quella piccola comunità, dove dietro ai gesti di quotidiana cortesia si nascondono invidie, rivalità, egoismi, pregiudizi, frustrazioni e persino fantasie e perversioni morbose e odio razziale.

 Poco conta chi trionferà in queste elezioni dominate da sentimenti tanto meschini, da doppi giochi e da rivelazioni inaspettate: quando il clamore degli eventi dapprima grotteschi, e poi progressivamente sempre più tragici, si sarà finalmente placato, la vita di molti non sarà più la stessa.

AMBIENTAZIONE

La storia raccontata nel libro è ambientata principalmente a Pagford, un villaggio inglese dal doppio volto: da una

Pagford, l'idilliaca cittadina in cui è ambientata la storia.

Pagford, l’idilliaca cittadina in cui è ambientata la storia de “Il Seggio Vacante”

parte il piccolo e pittoresco centro cittadino, fatto di strade acciottolate, graziose villette, una chiesa maestosa e giardini curatissimi; dall’altra parte il quartiere periferico dei Fields, al centro del dibattito che fa da padrone nella storia, lasciato nel degrado e nella sporcizia. I due volti della città sono separati dalla tenuta Sweetlove. C’è poi Yarvil, il capoluogo a cui fa capo Pagford, in cui è situata Winterdown, la scuola frequentata dai ragazzi protagonisti della vicenda.

Nella miniserie, i luoghi sono decisamente evocativi e rispecchiano le descrizioni del libro; il set è collocato in paesino inglese, Painswick, che ci viene presentato panoramicamente nelle prime scene, in cui è possibile avere una fotografia completa dei luoghi coinvolti.

PERSONAGGI: ANALOGIE E DIFFERENZE

Barry Fairbrother, capo-consigliere di Pagford solidale nei confronti dei Fields, viene descritto come un uomo gentile con tutti e molto impegnato, tanto da dover sacrificare il rapporto con sua moglie: è per questa ragione che, il giorno dell’anniversario di matrimonio, Barry porta Mary a cena fuori.

Abigail Lawrie è Krystal Weedon.

Abigail Lawrie è Krystal Weedon.

Sarà lì che troverà la morte ed emergerà il marcio della comunità. Per quanto concerne la serie tv, il personaggio di Barry prende molto più spazio della controparte cartacea, mostrandoci molti

più aspetti caratteriali del defunto, il quale emerge in maniera più che positiva. Forse perché in realtà è il personaggio che conosciamo meno?

Krystal Weedon Coates, studentessa alla Winterdown e abitante dei Fields, è una ragazza problematica e anarchica, una delle mele marce della “perfetta” Pagford. Krystal può essere considerata la protagonista della vicenda: una ragazza superficiale ed arrogante, fragile e responsabile nei confronti del suo fratellino Robbie, poco curato dalla madre tossica Terry. Krystal  è il personaggio cardine anche nella serie tv, presentando la sua evoluzione in maniera abbastanza coerente, fino a quando, però, questo percorso prende una strada completamente autonoma ed incoerente rispetto a quella del romanzo.

Samantha “Sam” Mollison, titolare di un negozio di reggiseni a Yarvil, è una donna apparentemente molto superficiale, la quale trova il marito noioso e passivo.

Keeley Hawes interpreta Samantha Mollison.

Keeley Hawes interpreta Samantha Mollison.

Odia la famiglia di Miles, e si dimostrerà assolutamente disinteressata  alle questioni politiche. Aspetto fondamentale di questo personaggio la sua crisi di mezz’età, che le fa capire di non essere assolutamente più innamorata di suo marito e di voler provare, di conseguenza, nuove emozioni sessuali, arrivando fino a baciare un ragazzino.

Nella serie tv, pur con delle limitazioni, il personaggio di Samantha emerge in maniera assolutamente coerente e veritiera, regalandoci dei siparietti assolutamente impeccabili.

Howard Mollison è il salumiere e capo-consigliere di Pagford; la Rowling lo descrive come un uomo eccessivamente grasso, apparentemente simpatico, bonaccione e di buon cuore, ma in realtà meschino. Nella miniserie prodotta dalla BBC, il personaggio è sicuramente molto affine alla sua descrizione caratteriale, ma non si può dire lo stesso dal punto di vista fisico, un aspetto su cui la Rowling si sofferma invece più volte nel corso del libro.

Michael Gambon e Julia McKenzie interpretano Howard Mollinson e sua moglie Shirley.

Michael Gambon e Julia McKenzie interpretano Howard Mollinson e sua moglie Shirley in “Il Seggio Vacante”

Nella serie, inoltre, non vi è alcun riferimento alla tresca che Howard ha con la sua socia in affari, Maureen; l’episodio, all’interno del testo, viene utilizzato per spiegare uno dei motivi per cui il salumiere si trova in disaccordo con la figlia Patricia – venuta a conoscenza del segreto del padre – allontanata da casa apparentemente solo perché omosessuale. Nella serie televisiva, il personaggio di Patricia non è affatto presente.

Shirley Mollison, moglie di Howard e curatrice del sito internet della comunità, è una donna cinica, ossessionata dal potere e dall’immagine che dà agli altri di sé. Proveniente da una famiglia povera e malfamata, fa di tutto per nascondere il suo passato e si ritiene superiore a tutti gli altri cittadini di Pagford poiché il marito è capo consigliere. Ostenta principi morali molto rigidi ai quali lei stessa fa fatica a credere e considera il proprio marito un eroe, almeno finché non scopre che questo l’ha tradita ripetutamente nel corso degli anni con la sua socia in affari.  Il personaggio di Shirley viene presentato in maniera impeccabile nella trasposizione della BBC, tanto da risultare ancora più antipatica di come possa sembrare nel romanzo della Rowling.

Mary Fairbrother, vedova di Barry Fairbrother, è un personaggio molto più presente nel libro che nella serie. Nel primo caso, la scrittrice porta avanti il personaggio in un percorso evolutivo, che la vede protagonista di numerosi ed ovvi cambiamenti dopo la morte del marito; sullo schermo, Mary è messa in secondo piano e viene mostrata in pochissime scene, in cui si racconta per lo più del suo rapporto nient’affatto cordiale con Simon Price.

Gaia Bawden è la figlia di Kay Bawden, assistente sociale; le due sono da poco arrivate nel villaggio e sono estranee a tutte le vicende e ai segreti che Pagford nasconde. Gaia frequenta la scuola Winterdown, come gli altri ragazzi del paese, ed è molto legata alla madre. Sia nel libro che nella serie, della ragazza viene messa in luce la sua bellezza, per la quale attira l’attenzione – non ricambiata – di Andrew Price, detto Arf.

Andrew Price, interpretato da Joe Hurst.

Andrew Price, interpretato da Joe Hurst.

Il ragazzo è figlio di Simon e, tanto nel libro quanto nella serie, il suo rapporto con il padre risulta essere difficile e quasi del tutto inesistente. Simon è a tutti gli effetti un uomo problematico, con manie di grandezza, sempre nervoso, che ha spesso atteggiamenti violenti con la moglie e i due figli.

Nessuno a Pagford lo stima, ma lui non sembra esserne consapevole, tanto da spingersi a candidarsi per riempire il seggio vacante, il posto lasciato vuoto nel consiglio comunale alla morte di Barry. A proposito del rapporto tra Simon e il defunto, tra il libro e la miniserie vi è una differenza: nel primo caso i due vengono descritti come semplici conoscenti, mentre nel secondo caso si fa riferimento al fatto che fossero fratellastri (stessa madre, diverso padre): questo elemento viene utilizzato dalla sceneggiatrice, Sarah Phelps, per spiegare la poca simpatia nutrita da Mary nei confronti di Simon.

Gavin Huges, avvocato e socio di Miles Mollison, è il fidanzato dell’assistente sociale Kay, di cui non è innamorato. Personaggio che fa della sua indecisione la caratteristica principale del suo carattere, si avvicina sempre di più alla vedova Mary Fairbrother, non concludendo però mai nulla di concreto. Questo personaggio, con un ruolo abbastanza rilevante nel romanzo, è stato completamente eliminato nella serie tv, così da ridimensionare, di conseguenza, anche il ruolo di Mary e quello di Kay.

STESSA STORIA, FINALE DIVERSO

Passiamo adesso al finale, la nota dolente. Chiariamo subito una cosa: il finale del libro e quello del telefilm sono due cose assolutamente differenti, come se in realtà la storia da raccontare non fosse la stessa; mentre il finale del libro è crudo, assolutamente realistico e in linea con il resto della storia, l’impressione che si ha guardando il finale della miniserie è che si voglia necessariamente regalare al pubblico un lieto fine; si finisce, così, per assistere a dinamiche forzate e, viene da dire, anche poco credibili.

E se alcuni cambiamenti ledono poco alla trama, altri la stravolgono completamente, impedendo a chi si limita a guardare la serie, senza leggere il libro, di comprendere la morale della storia. Perché tutto ciò che la Rowling voleva trasmettere con questa storia, lo si può percepire proprio nel finale, l’apoteosi di una storia che fino all’ultimo non risulta mai scontata.

Krystal e Ciccio, in una delle scene finali della serie tv.

Krystal e Ciccio, in una delle scene finali della serie tv “Il Seggio Vacante”

Partiamo dalla differenza sostanziale: la sorte di Krystal e Robbie. Nel romanzo, dopo che Krystal viene violentata da Obbo, amante tossicodipendente di sua madre, la ragazza fugge via assieme al fratellino Robbie per incontrare Ciccio, il suo ragazzo, con l’intento di restare incinta e di conseguenza fuggire via da quella vita dannata. Incontratosi nei pressi del fiume che attraversa la cittadina, i due fanno l’amore mentre il piccolo Robbie affoga accidentalmente.

Da questo evento si scatenano le tragiche vicissitudini finali: Krystal, colta dalla disperazione e dai sensi di colpa, si toglie la vita. Questa vicenda stravolge ancora una volta l’illiaca Pagford, che deve affrontare un funerale doppio e fingere, anche in questo caso, che di queste vittime del caso freghi davvero qualcosa a qualcuno.

Il romanzo si conclude con i pensieri di Sukhvinder, ragazza bulimica e depressa, la quale ricorda Krystal per ciò che era: una ragazza che era dovuta crescere troppo in fretta, divenendo così vittima di una società opprimente e devastatrice. Tutto ciò viene completamente ribaltato nel finale della serie: Krystal muore nel tentativo di salvare Robbie, il quale in realtà è ancora vivo.

La ragazza, che in questo caso non viene violentata, muore senza alcun pathos, quasi come se si volesse distruggere il messaggio che la ragazza cerca di mandare a tutta la popolazione di Pagford. Dopo la sua morte, anziché mostrare le scene del funerale la sceneggiatrice inserisce la riconciliazione generale dei personaggi, assolutamente inventata e discostante. Anche l’ultimissima scena del’episodio si discosta dall’originale cartaceo: vediamo una Sukhvinder che guarda l’orizzonte, felice e speranzosa.

J.K. Rowling, autrice de "Il Seggio Vacante"

J.K. Rowling, autrice de “Il Seggio Vacante”

Analizzando, infine, le ultime scene con precisione, notiamo che: Sukhvinder Jawanda non si taglia e non esprime in alcun modo il suo disagio e il suo malessere; Samantha non solo si riconcilia con la suocera, Shirley, ma non caccia il marito di casa, nonostante per tutto il tempo risulti infastidita dal suo non saper mai imporsi con i genitori, anche a costo di mettere da parte il bene per la moglie e le figlie.

Altro particolare rilevante lo si ha a chiusura del libro, dove la Rowling pone la canzone “Umbrella” di Rihanna, che è la chiusa perfetta per la storia così come ce l’ha voluta raccontare; nella miniserie la canzone non è presente e questo dettaglio contribuisce non poco a far perdere di vista il messaggio della vicenda.

È anche vero che, con un finale come quello che abbiamo visto allo schermo, la canzone di Rihanna ha ben poco a che fare, a dimostrazione del fatto che la conclusione propinataci dalla BBC sia poco pertinente con tutto il resto contendendo, al suo interno, delle grandi ed imperdonabili pecche.

Articolo a cura di Ilaria Orzo e Giovanni Morese.