22 Giugno 2016 - 12:58

Per l’Italia c’è la Spagna agli ottavi, stasera sfida all’Irlanda

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Una squadra in declino, dicevano. Basse aspettative, dicevano. Priva di stelle di qualità, dicevano. Nonostante tutto questo l’Italia è emersa come contendente reale a Euro 2016

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48 anni dopo aver vinto il suo primo campionato europeo, la storia potrebbe ripetersi il prossimo 10 luglio? Non sarà facile alla luce di quanto accaduto ieri sera, con la Spagna uscita sconfitta dal big match con la Croazia terminando così al secondo posto nel proprio girone. Italia e Spagna, la storia che si ripete insomma. Nel 2008 ci sbatterono fuori ai calci di rigore, 4 anni fa ci asfaltarono con un sonoro 4-0, non sarebbe il caso di riprenderci una bella rivincita? I favoriti sono gli spagnoli, ma questa Italia “contiana” lascia ben sperare per il proseguo del torneo. Agli ottavi ci penseremo da domani, oggi c’è l’Irlanda e non sono ammessi passi falsi.

Con il posto negli ultimi 16 già assicurato come vincitrice del gruppo E, e con sei giocatori diffidati, Antonio Conte farà modifiche pesanti all’intera formazione che scenderà in campo contro gli irlandesi questa sera. Un incoraggiamento forse per Martin O’Neill, anche se il prossimo tecnico del Chelsea sarà desideroso di costruire nuove soluzioni sullo slancio acquisito dalle vittorie con Belgio e Svezia. L’Italia sa già come funziona. Sa come deve essere svolto un lavoro del genere, sebbene negli ultimi anni le competizioni internazionali, in alcuni casi, abbiano dimostrato il contrario. Si tratta di un attributo perfettamente illustrato nella vittoria della Coppa del Mondo 1982. Chiaramente era un’epoca diversa e l’Italia aveva un certo numero di giocatori eccezionali. Dopo tre poco entusiasmanti pareggi nella fase a gironi, gli azzurri andarono avanti solo in virtù della differenza reti con il Camerun. In quello che è stato il primo torneo a 24 squadre, le 12 qualificate al secondo turno furono divise in quattro gruppi di tre. Alla squadra di Enzo Bearzot venne data poca speranza di eliminare l’Argentina, campione in carica, e una squadra brasiliana meravigliosamente dotata, con Zico, Socrates, Eder, Junior e Falcao sugli scudi.

Paolo Rossi era da poco tornato in nazionale dopo aver scontato la squalifica dal ‘Totonero’, un affare di partite truccate che coinvolse club di Serie A e Serie B nel 1980. Rossi ha sempre sostenuto la sua innocenza e il suo divieto iniziale di tre anni venne ridotto a due. Bearzot oppose resistenza alle chiamate sempre più forti da parte dei media italiani che avrebbero preferito non vestire d’azzurro quello che sarebbe diventato il capocannoniere del torneo. Di fatto, la scelta del CT fu rivendicata in modo spettacolare dalla tripletta dell’attaccante, che permise di assicurare la vittoria per 3-2 contro il Brasile in una delle partite più belle mai viste in Coppa del Mondo. Un trend poi ripetutosi successivamente nella semifinale contro la Polonia e nella finale contro la Germania Ovest.

In qualche modo, gli azzurri riuscirono a portare a casa un trionfo inizialmente non programmato. Proprio come nel 2006, quando l’undici di Marcello Lippi stravolse tutti i pronostici, alzando al cielo di Berlino il trofeo più ambito del pianeta calcistico.

Ora, la storia può ripetersi, sulle orme dell’ultimo Europeo, dove solo una Spagna al top della forma fu in grado di fermare l’avanzata degli italiani. Può ripetersi con un Eder che prima di partire per la Francia era stato denigrato e disdegnato da mezza penisola, salvo poi firmare la smentita con le sue prestazioni e con il gol determinante alla Svezia.

Un po’ come Pablito, anche se ovviamente non vogliamo bestemmiare…

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