13 Novembre 2015 - 13:54

James Bond, un mito in decadenza

james bond

Gli anni passano anche per un mito come James Bond. “Spectre”, l’ultima pellicola, regala poche emozioni e tanta nostalgia

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007. Ultima chiamata per l’agente segreto più famoso al mondo. Ultima fase di una gestazione che dagli anni sessanta ad oggi ha visto la nascita e la morte di tanti interpreti che hanno dato vita e voce a uno dei personaggi più in voga del novecento.

Daniel Craig è il volto noto che dal 2008 interpreta, in maniera impeccabile, la spia Britannica. La consapevolezza di essere di fronte a un mito non ha condizionato il modo di interpretazione dell’attore che nei vari film ha sempre ostentato grande sicurezza, muovendosi bene nelle classiche scene da “action movie”, e, reagendo in maniera più che discreta anche quando doveva calarsi nel classico ruolo, un pò “English”, un pò “humor” del guascone di corte con la battuta sempre pronta.

James Bond

James Bond, “Spectre”

Anche i miti però sembrano avere i propri limiti e così, anche 007, ha cominciato a mostrare le sue “rughe.” Alle spettacolari immagini, condite da una fotografia eccezionale e un uso degli effetti speciali da “vecchia scuola” si affianca una sceneggiatura debole, statica e di poca presa sullo spettatore. Anche i classici inseguimenti non sembrano più restituire allo spettatore l’adrenalina epica che alla fine di ogni scena lo spingevano con forza verso la concessionaria Aston Martin più vicina anche solo per “assaporare” il mito.

Resiste invece l’immaginario fashion dietro ogni pellicola dove James Bond rivendica a gran voce, quasi fosse l’ultimo canto di un cigno, la sua grande presenza scenica che vuole essere moda, che intende essere tendenza che non tramonta mai. Il film risulta essere noioso. Il richiamo alla “Spectre”, l’associazione criminale da sempre in lotta con 007, restituisce solo poche piccole emozioni che ingannano solo gl’occhi dei nostalgici. Il ruolo del cattivo è solo una parvenza lontana che emerge quando, alla fine, ci si aspetta l’inevitabile scontro finale.

In un mondo in cui i ruoli sono diventati interscambiabili, dove il ruolo del protagonista si mescola, si risemantizza e si confonde con quello degli addetti ai lavori, il pretesto di una prigione di cristallo dove i potenti ci controllano dall’alto non sembra trovare riscontro all’interno di una società che è già cristallo, che è già di vetro. Gli sceneggiatori, mossi dal fervore di creare un film commerciale a tutti i costi hanno dimenticato che Bond, James Bond, è un’icona che pulsa verso il futuro. Questo invece è saldamente ancorato agli schemi del passato.

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