L’abbraccio del Vaticano
Quando il Bernini ideò il colonnato di piazza San Pietro, scelse di dare una prospettiva accogliente: in linea con l’ideale evangelico, voleva che fosse l’abbraccio del Vaticano. Francesco sta riproponendo la stessa prospettiva al mondo intero
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L’abbraccio del Vaticano non è una questione di prospettive, eppure è innegabile che è solo una questione di prospettive – o pregiudizi – ciò che separa molte persone da un approccio sereno, disteso dalla realtà ecclesiale.
Il terzo millennio non è poi così evoluto nonostante tutta la sua tecnologia e la libertà, inventata od ottenuta, in tanti campi (abbiamo imparato ad usare la luce del sole per fare energia, stiamo confermando intuizioni scientifiche al limite della fantascienza degli anni 50, senza contare le nuove forme di convivenza more uxorio istituite ex novo a cui sono stati collegati tanti diritti fino ad oggi propri solo delle convivenze eterosessuali). Possiamo infatti parlare di paese evoluto quello in cui la tratta umana, la schiavitù, ancora esistono e in una certa misura sono tollerate? Parliamo della prostituzione a cui sono costrette sempre troppe persone, vuoi per forza, vuoi per fame, e parliamo dei migranti, spesso in movimento per sfuggire a conflitti bellici o, a volte più semplicemente, in cerca di buona fortuna.
In questo contesto, dove l’ipocrisia è oramai di per sè laica, si è mossa uno strano e crescente interesse a spubblicare i limiti e le ipocrisie della Chiesa: è una società liquida, interessata all’immediato e quindi attratta dall’appariscenza delle contraddizioni. Se dal lato spirituale è stato un toccasana per l’istituzione Chiesa (gli scandali sono inevitabili dice Gesù nel Vangelo; per una riflessione teologica qui) dal lato mediatico è stato sconvolgente per la Chiesa Cattolica, già lacerata nelle comunità a causa delle conseguenze della liquefazione della società. Ad esempio, in questo contesto, è impossibile a molti concepire l’esistenza di concetti assoluti, non relativizzabili, eterni. Ossatura di ogni religione.
In questo senso la difficoltà a comprendere la dottrina Cattolica, oltre che il diffuso disinteresse ad applicarsi a conoscere la dottrina di realtà spirituali cristiane o, più genericamente, di stampo monoteistico.
Qui tutta la difficoltà di riportare il senso e il valore dell’accoglienza propri del messaggio evangelico: l’abbraccio del Vaticano è tornato ad essere fulgido nell’espressione di un pontefice che ha la formazione dogmatica di un gesuita con la formazione esperienziale del prete di strada. Come parlare di una fuori serie con abbastanza posti a sedere per far posto a tutta la famiglia, cane e gatto compresi.
L’ultimo abbraccio del Vaticano espresso nella semplicità di quest’uomo, a pochi giorni dall’Amoris Laetitia (leggila qui!), è avvenuto con un gruppo di donne e transessuali in visita a Piazza San Pietro in occasione della scorsa udienza generale. Queste persone erano lì con l’associazione Rabbunì, diretta da don Daniele Simonazzi e attiva nella zona di Reggio Emilia. Scopo dell’associazione è condividere il cammino di chi si trova sulla strada, in particolare delle ragazze, per lo più straniere, prostituite sul nostro territorio (Via Emilia e zona di Ponte Enza).
Rabbunì è nata nel 1995, come espressione del desiderio di alcuni cristiani della Chiesa di Reggio di condividere il cammino ‘pasquale’ (di croce e resurrezione) di chi si trovava sulla strada, non con l’idea di ‘salvare’ o ‘redimere’ nessuno, ma semplicemente di ‘stare accanto’ alla croce, di lasciarsi noi per primi, come Chiesa, visitare dalla ‘Chiesa della strada’. Successivamente al cammino con le ragazze, le donne, le transessuali si è aggiunto quello con le loro famiglie e i loro popoli, in particolare con l’Albania e quello coi clienti, tutti ugualmente faticosi e sofferti, ma anche ‘segnati’ da grazie molto grandi. Ancora, Rabbunì ha camminato e cammina con ragazze, famiglie, bambini, italiani e stranieri, tutti in qualche modo incontrati ‘lungo la strada’.
Dal Sito dell’Associazione Rabbunì
Nessuno ha interesse a parlare di queste particolari esperienze di vita cristiana: in questa società di lustrini e momenti passeggeri, fa più notizia l’abbraccio significativo del Papa piuttosto che i circa vent’anni di attività di questa associazione. Questo dimostra che Francesco era indispensabile a dimostrare a tutti che lo Spirito d’Amore soffia ancora forte nella Chiesa ma, ahinoi, dimostra pure che ha sempre soffiato nonostante la pedanteria e l’inadeguatezza di molti ministri e fedeli.
Dimostrazione empirica, in verità, superflua per un qualsiasi cristiano che ha compreso il messaggio del Cristo che siede a mensa con gli inadeguati, i fallimenti, i peccatori che riconoscono nella loro pochezza e provano a superarsi, ma necessaria ad una società che si fissa a guardare i riflessi di paillettes di un’informazione ben elaborata che sappia fare della realtà più truce coriandoli colorati. E festa sia.[ads2]
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