30 Marzo 2016 - 11:30

L’Europa che non c’è

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L’Unione Europea, così come concepita inizialmente, nasce con l’obiettivo di perseguire la “pace e la giustizia” fra i popoli e avviare un’attività di reciproco sostegno fra le nazioni dell’Europa

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Negli anni, però, fra numerosi distinguo sulla politica comune da perseguire (vedi la non adesione della Gran Bretagna all’Euro) e le diverse “prese di posizione” di taluni Stati verso gli altri, qualcosa è andato decisamente storto e l’antico progetto nato dai celebri “pilastri” (CEA, CECA ed Euratom) è inevitabilmente cambiato.

Dopo gli attentati che hanno devastato Francia e Belgio, infatti, ognuno ha intrapreso la propria strada mettendo in serio pericolo sia il percorso comune cominciato anni prima che lo stesso l’essenza stessa dell’Europa.

I protagonisti, in negativo questa volta, sono ben tre (Francia, Belgio e Gran Bretagna) affiancati dalla Germania che, tentando invano di ricucire i vari strappi creati (anche con precise colpe tedesche), rimane la “croce e delizia” (a causa del suo atteggiamento troppo “accentratore”) dell’intera Europa.

Per quanto riguarda la Gran Bretagna si può dire che l’atteggiamento non è mai stato benevolo verso l’unità d’azione.

Partendo dal rifiuto della moneta unica (cosa che, effettivamente, conveniva alle “casse” britanniche data la forza della sterlina) e continuando con la volontà di essere centrale nella politica decisionale europea, i britannici hanno sempre creato più di qualche mal di pancia all’intera comunità del vecchio continente.

Ora, con il referendum sulla famosa “Brexit” (l’uscita dall’Unione Europea, data quasi per certa) vengono evidenziati due specifici aspetti: il primo è quello di un ulteriore “doppio gioco” del governo Cameron, che cerca di sganciarsi dalla “zavorra” Europa proprio nel momento peggiore di questa (per la serie “C’eravamo tanto amati”), mentre il secondo è quello di continuare per la propria strada proprio quando non c’è più nulla da “guadagnare” nell’UE.

Per quanto riguarda Francia e Belgio, invece, il discorso è leggermente diverso.

Le due nazioni, devastate da diversi attentati, hanno mostrato un’ambiguità totale nel gestire le varie situazioni.

Entrambe, come scoperto solamente dopo le stragi, erano state informate dei possibili attacchi senza adottare alcuna soluzione in proposito (quasi a voler giustificare, successivamente, un contrattacco ai presunti stati coinvolti) ed entrambe hanno deciso, senza rispettare le decisioni prese in “comune”, di violare trattati su trattati (Schengen su tutti) introducendo e divulgando la famosa “strategia della paura” al fine di giustificare qualsiasi altra violazione.

L’Europa doveva essere il più grande traguardo del vecchio continente, ma la voglia di prevalere sugli altri e gli interessi delle nazioni stanno finendo per distruggerla in maniera definitiva.

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