17 Novembre 2015 - 14:57

La guerra “francese”. Renzi: “No minacce circostanziate”

Renzi e Alfano

La guerra “francese” – Si innalza il livello di sicurezza anche in Italia dopo l’attacco al cuore di Parigi dello scorso venerdì 13 novembre

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Si innalza il livello di sicurezza anche in Italia dopo l’attacco al cuore di Parigi dello scorso venerdì 13 novembre, mentre il premier Matteo Renzi invita alla responsabilità sottolineando che “l’opinione pubblica è scossa e deve sentire l’Italia unita”. Lunedì il governo riferirà alle Camere su quanto accaduto.

“Abbiamo elevato il livello di sicurezza, lo abbiamo portato al secondo livello che comporta la possibilità di coinvolgimento delle forze dei corpi speciali dell’esercito”,

lo ha comunicato il ministro dell’Interno Alfano a conclusione della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal premier Matteo Renzi, a proposito delle misure adottate dopo gli attacchi a Parigi. Alfano ha sottolineato che “Nessun Paese è a rischio zero”.

Da venerdì sera rimbombano nella nostra testa parole, discorsi, immagini, visi, corpi. “La Francia è in guerra” annunciano i tg di tutto il mondo. Una guerra francese? Noi europei sappiamo bene che queste parole significano altro: l’ISIS non ha colpito solo alla Francia, ma, come ha dichiarato il premier Matteo Renzi

“Hanno colpito, ma colpendo la Francia hanno colpito l’umanità intera”

La guerra "francese". Renzi: "No minacce circostanziate"

La guerra “francese”. Renzi: “No minacce circostanziate”

In quel teatro, sconosciuto ai più fino a qualche giorno fa, il Bataclan, e in quei ristoranti c’era il mondo: persone di 19 nazionalità diverse. Bersaglio colpito: “loro” intendevano fare proprio questo. Dal particolare all’universale, con calcolata freddezza, da un teatro e da un ristorante qualsiasi, sono stati capaci di provocare una ferita mortale al mondo. Il mondo ha paura: paura di un nemico che non esiste, che non ha corpo, che è invisibile, ma forte, organizzato, ricco e che conta una miriade di seguaci.

Paura che in politica si manifesta con il livello di sicurezza 2, bandito da Alfano: 

“Con il livello di sicurezza due siamo al livello che precede quello massimo e consenti l’utilizzo delle unità speciali dell’Esercito. Abbiamo assunto due decisioni essenziali: un rafforzamento dei controlli sul territorio e un rafforzamento dei controlli alla frontiera. Abbiamo rivisto e rivalidato il sistema della sicurezza in Italia che fin qui ha funzionato. Abbiamo reso immediatamente operativa la disponibilità di 700 militari per Roma. Sul fronte dell’immigrazione sarebbe contro-intuitivo escludere che ci possa essere qualche infiltrazione. Il Papa non viene in Italia per il Giubileo. Lo speciale rischio terrorismo a Roma l’abbiamo sempre considerato proprio per la presenza del Papa. Un’ulteriore valutazione sulla sicurezza della Capitale in previsione del Giubileo – ha concluso – sarà fatta entro il 20 novembre”.

Allerta su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione su Roma e Milano, misure di sicurezza innalzate ai massimi livelli, contatti costanti con le autorità francesi e i servizi d’intelligence alleati per condividere le informazioni sull’attacco: gli attentati di Parigi hanno fatto scattare immediatamente anche in Italia i piani di sicurezza previsti in caso di allarme rosso.

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