15 Aprile 2015 - 16:54

La penna di una donna lucana vince il Premio Solinas 2014

È la sceneggiatrice lucana Angela Giammatteo classe ’79 ad aggiudicarsi il Premio Franco Solinas 2014

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Si è svolta a Roma, alla Casa del Cinema, la premiazione del Concorso Premio Franco Solinas, progetto nato nel 1986 per commemorare l’opera dello scrittore e sceneggiatore Franco Solinas e impegnato attraverso i suoi concorsi alla scoperta e promozione dei nuovi talenti cinematografici italiani.

Angela Giammatteo si è aggiudicata il Premio per Miglior Soggetto di 5.000 euro ex aequo e la Borsa di Studio Claudia Sbarigia di 1.000 euro, con “Nikita Bloom”.

La storia parla di Bianca, una bambina di undici anni, con una voglia a forma di mora sul viso e una madre stramba e incontenibile, Nikita Bloom.

solinas

Angela Giammatteo

La sceneggiatrice, originaria della Basilicata, si è laureata in Scienze della Comunicazione e dell’informazione all’Università degli Studi di Salerno, con una tesi in Sociologia dei Processi Culturali con il Porfessore Gino Frezza. Ha partecipato al XXIII Corso per Sceneggiatori Rai-Script e successivamente ha vinto Racconti di Cinema e il Sonar Script Festival, sceneggiando diversi cortometraggi.

Attualmente lavora a una raccolta di racconti sulle donne e le strade di Roma e alla sceneggiatura di una commedia malinconica per la regia di Giuseppe Marco Albano. Oltre a Anna (2013), ha realizzato soggetto e sceneggiatura per La Moglie del Custode (2014).

Un curriculum di eccezione per la lucana, mistica e ironica, che ha avuto ancora una volta  modo di affermarsi e farsi apprezzare per il suo lavoro di scrittura. “O le nostre vite diventano storie , o altrimenti non c’è modo al mondo di viverle” diceva lo scrittore americano Douglas Coupland in Generazione X e ,difatti, è ciò che la nostra sceneggiatrice rielabora nei suoi racconti che traspaiono storie di vita vissuta, storie osservate, sulla metro di Roma o per strada, su di un treno in corsa. Parole che danno vita a stralci di quotidianità, racconti che mettono in luce problematiche e marginalità, storie semplici che vengono immaginate e riportate su un foglio bianco, dando vita alla necessità di farle sopravvivere.

Abbiamo avuto modo di intervistarla, ecco cosa ci ha confessato:

 Da dove nasce il tuo amore per la scrittura?

“Credo che l’amore per la scrittura ci sia sempre stato: da piccolissima già scrivevo lettere alle persone a me vicine. Il fatto di essere cresciuta in un paese piccolo ha aiutato: la noia e la monotonia hanno scatenato l’immaginazione”.

Ci racconti la tua sensazione dopo aver terminato la tua prima creatura? 

“La sensazione è stata quella del parto: c’era una storia pronta a camminare per il mondo con le sue gambe…”

Da dove prendi ispirazione?

“Racconto ciò che vedo e che vivo quotidianamente. In metropolitana, per strada, negli uffici…Una mattinata ad ascoltare le conversazioni delle vecchiette alle Poste può essere d’ispirazione più di ogni altra cosa. Siamo circondati di meraviglia”.

 Quali sono i tuoi riferimenti letterari e cinematografici?

“Cito i primi che mi vengono in mente: Gianni Celati, D.F.Wallace, Don De Lillo, Stephen King…Per il cinema Linch, Almodovar, Tim Burton…Ma sicuramente dimentico qualcuno…”

Cosa ti ha spinto a scrivere una storia su un personaggio come Bianca? Di che storia parla?

“Bianca ha una voglia sul viso e si sente brutta. Cosa mi ha spinto a scrivere un personaggio così?Il bisogno tutto femminile di essere belle per sentirsi accettate. La ricerca estenuante di una bellezza che nasconde il desiderio di essere amate come esseri unici”.

Sogno nel cassetto?

“ Il mio sogno nel cassetto è quello che sto realizzando adesso…Si può dire?”

Cosa consiglieresti ad un giovanissimo sceneggiatore?

“Ad un giovane sceneggiatore consiglierei di trovarsi, nel frattempo, un lavoro per sopravvivere perché il percorso per fare questo mestiere è lungo e pieno di difficoltà. E di non desistere. Perché resta il lavoro più bello del mondo”.

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