16 Novembre 2015 - 18:22

La Traviata al Gesualdo di Avellino

La Traviata al Gesualdo di Avellino

La Traviata per la regia di Ferzan Ozpetek è approdata al Teatro Carlo Gesualdo di Avellino. L’amore di Alfredo e Violetta ha fatto il tutto esaurito

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Il sipario del teatro Carlo Gesualdo di Avellino si è alzato alle 18:45 ieri, in una delle domeniche più infuocate del periodo prenatalizio.

La Traviata al Gesualdo di Avellino

La Traviata al Gesualdo di Avellino

Raggiungere il luogo, gremito di spettatori per La Traviata di Ferzan Ozpetek non è stato facile a causa del traffico che di questi periodo inonda le strade di Salerno e Avellino.

Stavo quasi per rinunciare al mio obiettivo quando finalmente sono riuscita ad accomodarmi in poltrona e godermi una delle opere liriche più famose e di maggior successo.

Quella di Ozpetek con le scenografie di Dante Ferretti è stata una messa in scena in stile arabeggiante, turca si potrebbe dire, che si avvicinava molto alla personalità e all’identità del regista di Il bagno turco e Le fate ignoranti.

La famosa vicenda di Violetta e Alfredo che fa parte, insieme al Trovatore e al Rigoletto della “trilogia popolare” di Giuseppe Verdi è stata spostata dal regista turco nella Parigi del 1919 in piena Belle Epoque e imbevuta come si vede dalle scenografie, di oriente.

La compagnia era quella del teatro San Carlo di Napoli dove per dieci giorni ha avuto luogo l’opera che si è trasferita per una sera al Gesualdo di Avellino, che per questa stagione offre un programma ricco con lo slogan ” Amore a prima vista” che si addice bene al romanticismo che caratterizza una delle storie d’amore più belle di sempre.
Impossibile non emozionarsi di fronte alle arie più conosciute e non sentirsi parte della vicenda. La struttura moderna del Gesualdo si è prestata bene alla lirica e quasi sembra di immergerci agli inizi del Novecento insieme a Violetta Valery (Carmen Giannattasio) e Alfredo Germont (Vladimir Stoyanov) e lasciarci trasportare dalla magia del teatro in un’epoca diversa dalla nostra che parla di qualcosa che conosciamo bene e di cui forse ci dimentichiamo: l’amore. Un viaggio nel tempo di questo genere lo si può vivere solo a teatro.

Nonostante il tocco orientale che Ozpetek ha dato alla sua Traviata, questa versione è quanto di più vicino ci possa essere all’originale.

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