31 Agosto 2015 - 16:39

Le strategie politiche di PD e NCD

PD e NCD: l’ambiguo atteggiamento di Alfano sulla questione Roma sembra allineare le sorti dei due partiti verso un destino comune. Le voci in circolazione parlano di un’annessione nelle liste Pd (15 seggi) di Area Popolare per evitare il ballottaggio previsto dall’Italicum

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PD e NCD nel mirino. Il sistema partitico italiano è sempre stato considerato il meno stabile e quello maggiormente soggetto a cambiamenti repentini.

Si è passati infatti da un pluripartitismo polarizzato, caratterizzato dalla contrapposizione fra DC e PCI, ad un bipolarismo, contraddistinto da grande coalizioni che abbracciavano i successori dei partiti storici, fino ad un bipartitismo imperfetto.

PD e NCDAttualmente, però, comincia a farsi strada una nuova trasformazione che spazza totalmente le differenze fra le “parti” e conduce ad una sorta di nuovo grande contenitore al cui interno sono presenti pezzi di cosiddetti partiti rilevanti (nel senso politologico, cioè partiti con forte potere di ricatto ed in grado di fare, e disfare, coalizioni).

Questa grande novità ha come protagonisti principali due dei maggiori partiti dell’area di governo, PD e NCD, che fino a qualche anno fa sembravano essere agli antipodi della politica italiana.

Il percorso ha preso piede con le vicende di “Mafia Capitale” e con l’ennesima analisi sul sistema elettorale proposto dalla maggioranza (l’Italicum). I due eventi, seppur in apparenza distaccati fra loro, mostrano in realtà la reale strategia che i due partiti stanno mettendo in atto.

Andando per ordine, il “quasi” commissariamento del comune di Roma da parte del Ministro Angelino Alfano (NCD) è sembrato, più che un provvedimento ad hoc per la città (data l’effettiva non decisione sulle sorti della stessa), una sorta di invito al partito di centrosinistra sulle strategie future.

Infatti, l’intervento a metà del Ministro degli interni ha da una parte evitato che il PD perdesse totalmente potere sulla città e dall’altro ha dato prova di “lealtà” con l’alleato di governo. A questa situazione se ne aggiunge un’altra, rappresentata da una sorta “rumors di mezza estate” (anche se molto verosimile), architettata direttamente dal Premier/Segretario Renzi.

In questo caso a fungere da “cartina al tornasole” è il cosiddetto Italicum: viste le preoccupanti proiezioni elettorali, in casa PD si è astutamente pensato di inglombare direttamente il gruppo di Alfano e Casini (Area Popolare, formato da NCD e UDC) all’interno delle liste PD per evitare il tanto temuto ballottaggio (previsto dallo stesso Italicum).

La voce che gira insistentemente da circa una settimana (anche se, chiaramente, smentita da entrambe le parti) parla di 15 seggi sicuri (compresi gli stessi Alfano e Casini) da attribuire al gruppo in questione.

In questo caso ci sarebbe un ulteriore stravolgimento del sistema partitico grazie a due elementi:

  1. l’eliminazione totale della differenza fra le “parti”, favorendo ancor di più l’idea di Partito della Nazione più volte promosso da Renzi
  2. il definitivo passaggio al centro del Ncd, che giustificherebbe anche l’alleanza con il “nemico” democratico (giustificazione valida anche per la controparte)

Pur essendo solamente una voce, la questione è rafforzata dalle dichiarazioni di diversi esponenti del NCD (vedi Cicchitto che ha affermato “Allo stato attuale è impossibile un’alleanza con Salvini e Berlusconi mentre con il PD è possibile fare alleanze sulla base di programmi condivisi”) e dalle continue lotte interne al PD, che porterebbero a sostituire la minoranza interna con una nuova formazione di centro (o meglio di centro con centrodestra) maggiormente allineata alle decisioni della segreteria.

Nel giro di 20 anni il sistema partitico italiano continua la sua trasformazione e questa volta il cambiamento porta direttamente all’annullamento delle differenze.

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