Liliana Segre: l’ultimo vero baluardo antirazzista dell’Italia
Il Senato ha approvato la mozione di Liliana Segre per approvare una commissione contro l’anti-semitismo. Ma il centrodestra non ha gradito
Un gesto davvero molto significativo, che acuisce (se ancora ci fossero sospetti) “l’abbraccio” del nuovo centrodestra a valori ignobili come l’odio razziale e l’antisemitismo. Oggi il soggetto interessato è una persona che gode del massimo rispetto dal punto di vista sia nazionale che mondiale. La senatrice a vita Liliana Segre, infatti, ha ufficialmente fondato la sua Commissione contro l’anti-semitismo. Un grandissimo segnale per combattere un fenomeno che ultimamente sta dilagando e che non sembra essersi ancora fermato del tutto.
A destare l’attenzione, però, ancora una volta, è il comportamento della destra, che sta sempre di più virando verso una posizione estremista. Vero è che, pur di cavalcare l’onda che sta cospargendo l’Italia del fenomeno razzista e di averne un ritorno elettorale, si è disposti a fare di tutti. Ma quest’ultimo atto compiuto da Lega e Fratelli D’Italia sembra una cosa alquanto riprovevole, addirittura spiacevole anche per chi ci ha abituato a gesti sempre al di sopra delle righe come i due partiti sovranisti. La destra non applaude ad una donna passata dai campi di concentramento, che ha passato davvero l’Inferno nei lager a cui è sopravvissuta. E questo cosa potrà mai dire, se non una sorta di vera e propria comunione d’intenti con gli aspetti anti-semiti che lo stesso sovranismo propina a macchia d’olio?
Ancora una volta, i più non danno peso alla faccenda. Ma ciò che è accaduto a Liliana Segre non deve più suonare come un campanello d’allarme, no. Deve essere preso come esempio e come campione per far capire alla popolazione che la deriva intrapresa è davvero molto pericolosa. Per far capire che siamo arrivati davvero ad un punto di non ritorno.
Se Salvini invoca Orwell
Ne abbiamo viste davvero di tutti i colori, ma questa probabilmente rappresenta la misura colma, l’apice della “lotta a favore del razzismo“. Infatti, il diniego nei confronti di una misura che ufficialmente non dovrebbe avere “colori” o parteggi, può significare solamente una cosa: il centrodestra (o almeno, una parte) si limita solamente a cavalcare l’onda. Ma non basta. C’è qualcosa di ancora più sinistro e di machiavellico nel commento che Matteo Salvini ha rilasciato proprio riguardo alla vicenda di Liliana Segre. Oltre a non applaudire alla senatrice in Parlamento, il leghista si è anche sbilanciato, dando ancora prova della sua grottesca immagine.
“Non vogliamo bavagli o stato di polizia.” ha dichiarato il leghista, alludendo a quanto profetizzato da George Orwell nel suo 1984. Il punto è che queste parole, pronunciate da colui il quale ha tirannizzato la pubblica piazza mettendo alla gogna mediatica più e più volte chi si permetteva di contraddirlo, sembrano quasi grottesche. Anzi, assumono la stessa rilevanza dei deliri di un pazzo. E riescono a far sprofondare ancora di più il livello del dibattito politico ad una bassezza mai toccata finora. L’antisemitismo non è una misura da intraprendere per limitare la libertà d’espressione.
Il caso di Liliana Segre deve fare da monito a tutti i cittadini, come una sorta di campanello d’allarme, un richiamo alla civiltà che si sta smarrendo giorno dopo giorno. Sotto i colpi di un tizio che difendeva gli ideali di Alberto da Giussano, leggenda inventata appositamente per i creduloni e per il proprio tornaconto, e che ora si fa “ambasciatore” dell’Italia. Ma questo non deve meravigliare. La nuova Lega di Matteo Salvini è infatti fondata sull’odio razziale, e se quest’ultimo dovesse essere colpito, priverebbe il partito di un’importante strategia di comunicazione.
Altro che bavagli. Qui si tratta (nuovamente) tutto di un aspetto esclusivamente politico, per il proprio tornaconto personale. Ma per quanto riguarda il leader della Lega, non è certo una novità.
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