Con Luca Dondoni a Davimedia si discute di musica e radio
Uno dei giornalisti del settore musicale più importanti d’Italia, Luca Dondoni, nella sua lezione all’UNISA misura lo stato di salute della musica. “Il rock sta con la flebo attaccata”
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Oggi, 11 novembre, per la rassegna Davimedia presso l’Aula Cilento, gli studenti hanno potuto partecipare attivamente ad una lezione tenuta da Luca Dondoni, giornalista musicale e storica voce radiofonica.
Con l’incontro di oggi pomeriggio, infatti, è iniziato per Davimedia un percorso di incontri “Con personaggi e professionisti del mondo della comunicazione“. A dirlo è stato Roberto Vargiu, prima di dare la parola all’ospite della rassegna, che stimola gli studenti proponendo incontri altamente formativi sul settore della comunicazione.
Luca Dondoni ha raccontato la sua esperienza con Pino Daniele per la realizzazione del documentario Nero a metà per Sky Arte HD. L’idea vincente di Luca Dondoni è stata quella di andare a prendere l’artista e riportarlo nella sua terra d’origine per un percorso a ritroso.
Dopo aver rivelato come funziona per le interviste in esclusiva ai grandi della musica che contattano le radio più importanti, si è soffermato a lungo sul ruolo dei principali networks radiofonici per il successo di un artista e una canzone, non evitando di esprimere apertamente il suo punto di vista sulla musica attuale.
Sottolineando che “Stiamo vivendo una delle epoche più pop degli ultimi 50 anni“, con un po’ di rammarico aggiunge che “Il rock sta con la flebo attaccata“, ma è giusto che sia così perché nella storia musicale ci sono onde sinusoidali, alti e bassi, cioè cicli ritmici che si ripetono. Tutto questo fa ben sperare. Subito dopo, però, chiarisce il concetto dicendo che “Il rock sta diventando vecchio anagraficamente” ma non dal punto di vista contenutistico; i suoi autori ormai vecchi non hanno perso la creatività. Mancano i nuovi artisti rock e la mancanza si sente.
In questo momento “Siamo di fronte ad un arcobaleno che non ha tutti i colori“. I colori mancanti sono i generi musicali che le radio non ci fanno ascoltare, su cui manca l’informazione.
L’invito che rivolge agli studenti è questo: “Chiedete altro!” Non solo alle radio ma anche nei negozi di musica. Poi, soffermandosi sul funzionamento della radio, e facendo l’esempio di quella per cui lavora (RTL 102.5), non evita di dire apertamente che lì “l’altro” non passa perché si segue il grande pubblico, trasmettendo quello che vogliono i 23 milioni di ascoltatori radiofonici settimanali.
Nel settore musicale “La rivoluzione si deve fare dal basso“, solo i giovani possono convincere le radio a trasmettere canzoni e generi nuovi, anche se, Luca Dondoni lo ammette, spesso non è facile. A tutti gli effetti “Un cane o un gatto che si morde la coda“. Viene definito così il difficile intrico tra radio e musica, tra chi deve guidare la svolta e chi la deve vivere. Poi, quando la parola passa a Barbara Landi, giornalista e speaker radiofonica di Radio Castelluccio, Luca Dondoni chiarisce che le radio locali, quelle che non devono “correre” dietro ai grandi numeri di ascolti, possono essere la soluzione. A queste radio sembra essere affidato il compito di educare i giovani all’ascolto di musica nuova, i generi di nicchia che networks importanti non possono trasmettere.
Durante l’incontro, che ha avuto una partecipazione molto attiva degli studenti, per curiosità e spunti di riflessione, si è anche affrontato il problema del download pirata delle canzoni.
Infine, il consiglio che Luca Dondoni, prima di andare via, ha rivolto implicitamente a tutti quelli che vogliono fare musica è racchiuso in una parola: autenticità.
Perché il verbo “copiare” in musica è proibito per chi la fa e per chi l’ascolta!
Il prossimo appuntamento con Davimedia è venerdì 13 novembre, quando l’Università degli Studi di Salerno ospiterà il trasformista Arturo Brachetti.
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