7 Marzo 2016 - 17:26

Luca Varani, ucciso per “vedere che effetto fa”

Luca Varani, lo studente 23enne seviziato e ucciso da Manuel Foffo e Marco Prato. I due hanno confessato agli inquirenti “Volevamo uccidere qualcuno solo per vedere che effetto fa”

Luca Varani è lo studente 23enne seviziato e ucciso da Manuel Foffo e Marco Prato. Uno dei due ha confessato agli inquirenti: “Volevamo uccidere qualcuno solo per vedere che effetto fa”

[ads1]Il perverso piano è stato eseguito nella notte di venerdì, subito dopo il festino a base di droghe pesanti e alcol. Un piano premeditato da due giovani romani, figli di una Roma abbiente e medio borghese. Manuel Foffo e Marco Prato hanno immediatamente confessato l’omicidio commesso ai danni di un loro amico, il 23 enne Luca Varani, studente, di origini slave, in affido ad una facoltosa famiglia romana. La sera precedente, i due meditavano di “incontrare qualcuno. Poi abbiamo pensato a Varani che il mio amico(Marco Prato) conosceva“.

Entrambi, intenzionalmente volevano commettere l’atto più vile ed efferato che un essere umano può compiere: l’omicidio. Il festino organizzato presso l’abitazione del Foffo, in zona Collatino, doveva fungere da scusante per poi  espletare il fatto. In piena alterazione, causata dall’assunzione di droghe e alcol, Foffo e Prato hanno seviziato a colpi di martello e coltello il Varani, per poi concludere la mattanza con l’uccisione dello stesso.

Al pm Francesco Scavo, Manuel Foffo ha confessato:“abbiamo siglato un patto per uccidere qualcuno, solo per vedere che effetto fa”. Alla fine il prescelto è stato il Varani, amico e conoscente di Marco Prato, studente universitario, di 30 anni, il quale subito dopo il delitto si è rifugiato in un albergo ubicato in piazza Bologna e ha tentato il suicidio. Manuel Foffo, studente di Giurisprudenza fuori corso, dopo aver ammesso l’omicidio al padre, ha contattato i carabinieri, conducendo quest’ultimi sul luogo del delitto.

Il corpo di Luca Varani presenta tagli sul ventro e sul petto, frutto delle martellate e coltellate ricevute ripetutamente. L’autopsia chiarirà il numero delle ferite e l’orario del decesso.

Uno degli inquirenti ha dichiarato al quotidiano La Repubblica: “Sembra piuttosto un esperimento di crudeltà, un gioco di sopportazione del dolore”. [ads2]