7 Ottobre 2019 - 16:29

Massimo Giletti attacca Chef Rubio per un post su Twitter

Non è l'Arena di Massimo Giletti

Massimo Giletti a Non è l’Arena, ha attaccato Chef Rubio per quanto scritto su Twitter in merito alla morte dei due poliziotti

Massimo Giletti a Non è l’Arena non ha potuto fare a meno di commentare (negativamente) quanto scritto su Twitter da Chef Rubio sulla morte dei due poliziotti. “Sui fatti di Trieste Chef Rubio ha scritto la prima st*****a che gli è venuta in mente. Per parlare bisognerebbe usare il cervello, così Giletti ha aperto l’ultima puntata del programma.

Lo Chef aveva scritto su Twitter: “Per servire il Paese (i cittadini, no i coglioni che vi mandano a morire) bisogna essere dei virtuosi. Viverla come missione e non come lavoro, essere impeccabili, colti, preparati fisicamente e mentalmente così da gestire qualsiasi imprevisto. I colpevoli sono sopra non sotto.”

Il post aveva suscitato anche le reazioni di altri personaggi pubblici, come Matteo Salvini e Rita Dalla Chiesa. Giletti però lo ha aspramente criticato.

Ecco le sue parole

Chi fa questo lavoro lo fa consapevole di un eroismo quotidiano di cui non si parla mai. Si mette in discussione la propria vita, ogni giorno. Quei due ragazzi che vedete alle mie spalle non ci sono più. Chi fa questo lavoro, ripeto, deve mettere in preventivo. Ma quello che io non accetto è ciò che ho sentito, quello che ho visto scrivere. Quando uno scrive dovrebbe usare il cervello. Per esempio, lo Chef Rubio ha scritto che questi ragazzi erano impreparati fisicamente, psicologicamente, mentalmente. Sappiamo bene che viviamo in una società dove appena succede qualcosa uno non sente altro che la necessità impellente di scrivere la prima s******a che vuole dire, ma in certi casi sarebbe meglio evitare”.

Poi ha aggiunto:Caro Chef Rubio, questi ragazzi non li hai mai visti, mai conosciuti. Prima di scrivere, prima di parlare, bisognerebbe conoscere la realtà dei fatti, poi si può discutere di tutto. Certamente qualcosa è andato storto, ma prima di scrivere certe cose, bisognerebbe pensarci non una, ma cento volte. Al di là della retorica, ricordiamoci chi sono e cosa fanno questi ragazzi”-