2 Luglio 2015 - 15:03

Match Point, un’attrazione fatale

Match Point

 Passione, istinto, desiderio e follia, sono questi gli elementi che si intrecciano in Match Point. Qual è il prezzo dell’impeccabile facciata del successo?

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Match Point, film del 2005 diretto da Woody Allen, è molto più che la storia di un dramma ineluttabilmente borghese: ritrae uno spaccato di vita, il dramma esistenziale di un uomo incapace di rinunciare alla vita agiata e al successo ottenuto.  La pellicola, inoltre, rivela un Allen inedito che abbandona il mondo della commedia brillante per addentrarsi in quello del drammatico-noir, un genere che riecheggia le atmosfere delle pellicole di Hitchcock. Il film si conferma, come parte della critica ha rilevato, ideologicamente ed esteticamente antiamericano; ciò si evince a partire dal monologo iniziale in cui la voce narrante del protagonista, sullo sfondo di un campo da tennis, distrugge con poche battute l’ideale americano del “self- made man”.

match point

Match Point, il primo incontro tra Chris e Nola

“Chi disse preferisco avere fortuna che talento percepì l’essenza della vita, la gente ha paura di ammettere quanto conti la fortuna nella vita, terrorizza pensare che sia così fuori controllo“. Viene meno l’idea tipica della cultura liberale americana che il successo di una persona dipenda dai suoi sforzi, dalla sua volontà come se il libero arbitrio fosse sufficiente a far sì che i sogni diventino realtà.

Veniamo alla trama di Match Point.  Chris Wilton (Jonathan Rhys – Meyers), giovane e affascinante maestro di tennis,  è chiamato a scegliere tra il successo in affari, la comodità di una vita agiata accanto ad una donna che non ama, e la passione forte ed insaziabile per Nola Rice, (Scarlett Johansson) l’ex fidanzata del cognato. Scegliere Nola – una ragazza abbandonata dal padre, cresciuta con una madre alcolizzata e il sogno di diventare un’attrice –  implicherebbe il ritorno ad una vita modesta, forse felice, ma priva di certezze.  Tuttavia, annoiato dal ménage familiare,  il protagonista si getta a capofitto nella storia bollente e proibita con Nola, la quale diviene sua amante.

Difficile rappresentare il sesso sul grande schermo senza cadere in volgarità o banalità. Non è questo il caso, Allen affida alla sensualità dei protagonisti i momenti erotici del film: sguardi che si incrociano, labbra che si inseguono, mani che si cercano. Erotismo e sensualità sono ben miscelati anche in scene dichiaratamente esplicite.

Match Point

Match Point

Nonostante la trama sembrerebbe pretenderlo, non è il sesso al centro di Match Point, bensì il desiderio, un desiderio che non vediamo mai realizzarsi compiutamente. Più che la nudità dei corpi – avvolti dalla pioggia o da lenzuola in un letto disfatto – traspare l’ossessione tirannica di lui che neanche le buone ragioni riescono a placare e il desiderio e la cecità di lei, l’amante che non vede che non c’è futuro nella loro storia. La persistenza del desiderio si tramuta in ossessione e conduce Chris a compiere un gesto estremo: uccidere la sua amante divenuta, ormai, soltanto un ostacolo.

Quello che lascia davvero senza parole non è l’epilogo della relazione tra i due, quanto lo sguardo finale del protagonista immerso in una tristezza profonda. Non si tratta né del rimpianto per non aver creduto in una storia d’amore, né del rimorso per l’assassinio compiuto; la tristezza che assale Chris è legata alla consapevolezza di vivere in un gabbia dorata, in perfetto equilibrio apparente, essendo, tuttavia, profondamente infelice.

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