5 Novembre 2015 - 19:40

Mauro Biglino, La Bibbia non parla di Dio

Bibbia

“La Bibbia non parla di Dio” è l’ultimo libro dello scrittore e traduttore di ebraico antico Mauro Biglino, edito da Mondadori

[ads1]

“Facciamo finta che” la Bibbia che leggiamo noi sia quella scritta in origine; “facciamo finta che” quando gli autori biblici scrivevano una cosa volessero dirci proprio quella; “facciamo finta che” gli autori antichi appartenenti alle varie culture abbiano lasciato nei loro scritti la memoria di fatti realmente avvenuti; […]

Queste parole sono tratte dall’ultimo libro del saggista Mauro Biglino, “La Bibbia non parla di Dio”, edito da Mondadori, e racchiudono il senso profondo del lavoro di ricerca condotto da Mauro: la Bibbia (l’Antico Testamento) deve essere considerato come un libro di storia, contenente in parte invenzioni e fantasie rielaborate dall’uomo, in parte verità storiche. Per capire meglio questo studio rivoluzionario sull’Antico Testamento, conosciamo brevemente il suo autore.

Mauro Biglino

Mauro Biglino

Mauro Biglino nasce a Torino il 13 settembre 1950. Fin da ragazzo, si appassiona agli studi classici ed alla storia delle religioni; dopo il latino e il greco antico, studia la lingua ebraica biblica e da circa 30 anni si occupa dei cosiddetti testi sacri. Traduce dall’ebraico diciassette libri dell’Antico Testamento per le Edizioni San Paolo, la principale casa editrice della Chiesa Cattolica. Da molti anni tiene conferenze in tutta Italia, con lo scopo di promuovere la chiave di lettura letterale della Bibbia. Ha pubblicato numerosi volumi, alcuni dei quali già tradotti all’estero, tra cui Non c’è creazione nella Bibbia (2012) e La Bibbia non è un libro sacro (2013), entrambi editi da Uno editori.

Lo scrittore torinese propone di leggere la Bibbia in modo letterale, senza ricorrere alle interpretazioni allegoriche e metaforiche delle varie Confessioni religiose: questo suo metodo ha scatenato un acceso dibattito negli ambienti culturali e le ire della Chiesa e della Comunità Ebraica. Ciò nonostante, Mauro continua il suo lavoro di ricerca: nel suo ultimo libro, “La Bibbia non parla di Dio” (Mondadori 2015), egli avanza delle ipotesi, ricavate dalla sua lettura letterale dell’AT, che sono state definite rivoluzionarie e sconvolgenti, ampiamente criticate dal Magistero ecclesiastico e da altri gruppi religiosi.

La Bibbia non parla di Dio

La Bibbia non parla di Dio, di Mauro Biglino (Mondadori 2015)

La principale critica che viene mossa a Mauro riguarda i “nomi” di Dio presenti nel testo biblico: secondo l’interpretazione tradizionale, Dio nell’Antico Testamento sarebbe identificato con alcuni appellativi, YHWH (il cosiddetto “Tetragramma”) ed Elohim. Secondo Mauro, i nomi ebraici YHWH e Elohim (che in ebraico è termine plurale) non significano “Dio” nell’accezione che la religione gli attribuisce, nè dal punto di vista linguistico nè in relazione al contesto in cui vengono impiegati: gli Elohim rappresenterebbero un gruppo di individui “extra-terrestri” molto potenti e tecnologicamente avanzati, mentre YHWH sarebbe un capo militare spietato e crudele, appartenente al gruppo degli Elohim.

Per avvalorare la sua tesi, Mauro afferma chiaramente che nella Bibbia sono descritti episodi in cui è presente la sofisticata tecnologia utilizzata da questi Elohim: nel libro dell’Esodo e di Ezechiele, si troverebbero le descrizioni di macchine volanti definite ruach, kavod, merkavah, con le quali gli Elohim si spostavano; in particolare, il termine kavod, che normalmente viene tradotto con “Gloria di Dio”, indicherebbe, secondo Biglino, una macchina pesante che fungeva da arma di attacco e di difesa. Nel libro della Genesi, invece, si parlerebbe della fabbricazione dell’uomo e non della sua creazione: gli Elohim avrebbero “costruito” l’uomo (l’Adam) a partire dal loro DNA (tselem, Genesi 1,27), secondo precise tecniche di ingegneria genetica.

torino 9 luglio 2015

Mauro Biglino in una conferenza tenuta a Torino il 9/7/2015

Un altro punto particolarmente discusso del libro di Mauro è relativo al fumo del grasso bruciato e alle bevande alcoliche: nel libro del Levitico e dei Numeri, stando alla traduzione letterale proposta da Biglino, gli Elohim amerebbero annusare il fumo del grasso bruciato e bere sostanze alcoliche fino a stordirsi. Un simile comportamento Mauro lo ha riscontrato, mettendo a confronto gli Elohim biblici con i θεοί (theoi) greci dei testi omerici: nell’Iliade e nell’Odissea, infatti, sarebbero raccontate le stesse vicende della Bibbia e i cosiddetti dèi (theoi) greci risulterebbero essere il corrispettivo degli Elohim veterotestamentari.

“La Bibbia non parla di Dio” diventa così un libro clamoroso e sconvolgente, di un libero pensatore che in Italia e all’estero sta suscitando polemiche e scuotendo coscienze.

In esclusiva per i lettori di zon.it, riportiamo una breve intervista che il dott. Biglino ci ha gentilmente concesso:

1. Nel suo libro, Lei afferma che nell’Antico Testamento non si fa alcun riferimento al Dio trascendente della nostra religione, ma a degli esseri potenti e tecnologicamente avanzati chiamati Elohim. Quindi Dio non esiste?

Affermare che la Bibbia non parla di Dio non significa negarne l’esistenza ma semplicemente riconoscere che quel libro non se ne occupa. So bene che nella nostra cultura i due concetti sono strettamente legati ma l’attenta lettura del testo originale, scevro dalle chiavi di lettura e dalle traduzioni tipicamente teologiche, ci aiuta a comprendere che le cose non stanno così. E’ scritto in una lingua che non contiene neppure i termini che  indicano “Dio, eternità e creare dal nulla”. Sarebbe come volere scrivere un libro che parla del pane usando una lingua che non contempla i termini “farina, acqua e impastare”: sarebbe impossibile. Così è la Bibbia: i suoi autori antichi non hanno mai inteso parlare di Dio così come viene rappresentato dalla dottrina teologica. L’esistenza o meno di Dio non dipende da quell’insieme di scritti ma riguarda la fede personale.

2. La Bibbia dà una particolare descrizione di questi Elohim?

Purtroppo no, l’unica cosa che ci fa capire è che erano moto simili a noi (siamo fatti a loro somiglianza) ma chiaramente distinguibili: vedere ad esempio Genesi capitolo 18. La loro anatomo-fisiologia era anche compatibile con quella umana , al punto da potersi accoppiare con le femmine adam ed averne dei figli. La vicenda di Noè descritta nel libro etiopico di Enoch (testo apocrifo per la chiesa romana, canonico per la chiesa copta) rimanda ad un fenotipo che noi definiamo albino: pelle chiarissima, occhi chiari tanto da apparire luminosi, peluria biondo-fulva.

3. Secondo il suo studio, nella Genesi si parlerebbe di ingegneria genetica. Quali sono i versetti che descrivono tale sconvolgente evento?

Sono i versetti in cui si narra la vera e propria fabbricazione di Eva (Genesi 2,18-24) che, come scrivono gli stessi biologi di cui ho riportato brani nel libro LA BIBBIA NON PARLA DI DIO (MONDADORI), corrispondono ai nostri attuali protocolli di clonazione: anestesia, prelievo di cellule dalla cresta iliaca, sutura dell’incisione, fabbricazione del nuovo essere vivente geneticamente uguale al primo (salvo il sesso determinato dal doppio cromosoma X). Mi permetto di indicare  anche il libro “I GENI MANIPOLATI DI ADAMO” (UNOEDITORI) del biologo molecolare Pietro Buffa, che è decisamente illuminante a questo proposito.

4. Lei oltre ad essere uno scrittore molto prolifico ed apprezzato, tiene da anni conferenze in tutta Italia. Ha mai subìto pressioni da parte della Chiesa Cattolica o da altra Organizzazione religiosa?

Non ho mai avuto pressioni dirette; so che  in alcune città la Chiesa è intervenuta per impedire la mia conferenza e in qualche situazione ci è riuscita, ma non è un problema, è normale quando si toccano temi così sensibili.

5. Crede in Dio?

Non me ne occupo perché so che non riuscirei comunque a darmi risposte sensate: la questione riguarda la fede di ognuno che non  a caso viene spesso definita come un “dono”, che io non ho. Con questo non voglio dire che Dio non esista: non sono in grado di fare una affermazione del genere. Semplicemente non lo so.

[ads2]