Medico di base: cosa dice la nuova legge approvata dalla Camera
La Camera ha approvato all'unanimità la legge per riconoscere un medico di base alle persone senza fissa dimora. Ecco cosa dice
Una bella iniziativa, molto intelligente. La Camera ha approvato all’unanimità, con 227 voti a favore, la proposta di legge del Partito Democratico a prima firma del deputato Marco Furfaro per l’assistenza sanitaria alle persone senza fissa dimora. Ora il testo passerà al Senato. Il motivo per cui una legge si è resa necessaria è che oggi le persone senza fissa dimora non possono avere accesso a un medico di base (e tecnicamente nemmeno a Sert e consultori, né alle vaccinazioni) a causa di un cavillo burocratico.
Se la legge sarà approvata definitivamente nella sua forma attuale, partirà una sperimentazione nelle città metropolitane per l’assegnazione di un medico di medicina generale a tutti coloro che non hanno fissa dimora. La prima fautrice di questa legge e la prima promoter ufficiale, Elly Schlein, ha espresso tutto il suo giubilo per la nuova legge passata alla Camera sul medico di base. Un’iniziativa che l’ha coinvolta in prima persona.
“Una grande conquista di civiltà.” ha dichiarato la segretaria dem Elly Schlein. Ora il testo passerà al Senato. Il motivo per cui una legge si è resa necessaria è che oggi le persone senza fissa dimora non possono avere accesso a un medico di base. Il tutto si verifica puntualmente a causa di una stranezza regolamentare che capita in modo abbastanza regolare. Se la legge sarà approvata definitivamente nella sua forma attuale, partirà una sperimentazione nelle città metropolitane per l’assegnazione di un medico di medicina generale a tutti coloro che non hanno fissa dimora.
Ma cosa cambierà con la nuova legge per il medico di base? Scopriamolo.
Medico di base: cosa cambia con la legge Furfaro
La sperimentazione partirebbe nelle quattordici città metropolitane: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia. La legge prevede uno stanziamento da due milioni di euro per coprire le spese necessarie all’assistenza sanitaria territoriale. A ciascuna persona senza dimora sarebbe consentita “la scelta del medico di medicina generale, nonché l’accesso alle prestazioni incluse nei livelli essenziali di assistenza“, si legge nel testo.
Nella prima versione del testo, più ambiziosa, la proposta del PD era di assegnare a tutte le persone senza dimora un medico di base, con un costo stimato di quattro milioni di euro all’anno. Dopo le mediazioni con la maggioranza e con il governo, invece, si è passati a una sperimentazione limitata alle grandi città. I lavori sulla legge sono durati oltre un anno, ma alla fine il via libera a Montecitorio è arrivato con un voto unanime, cosa che fa pensare che l’iter al Senato sarà più rapido.
Medico di base: la vittoria del PD
Elly Schlein ha affermato che con la legge Furfaro “si colma una grave lacuna“, ed è “una grande conquista di civiltà che renderà” il Ssn italiano “ancora più giusto e inclusivo.” “Ancora una volta“, ha concluso la segretaria, “il Partito democratico dimostra di mettere i veri problemi delle persone al centro della propria iniziativa politica.”
Soddisfatto anche il primo firmatario, Marco Furfaro: “Questa legge non solo restituisce il pieno diritto alle cure a decine di migliaia di persone, ma finalmente sapranno che lo Stato non le ha abbandonate. Stiamo parlando di padri di famiglia che si separano e finiscono a dormire in macchina, donne vittime di violenza che scappano di casa e vanno a vivere da amici, persone che perdono il lavoro e finiscono in strada e non hanno un tetto sopra la testa.“
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