Memorie di una vagina per l’8 marzo
Quel che resta dell’ultima festa della donna è una foto che circola su Facebook, quel che resta della speranza, del 1909 o delle lezioni della nonna, sono tutte vecchie memorie
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Se il nostro corpo potesse scrivere le sue memorie, come inizierebbe? Vi siete mai chiesti cosa pensano le nostre mani quando prepariamo la carne macinata per le polpette? O quello che pensano i nostri capelli quando si ritrovano pieni di sabbia e salsedine; quello che pensa il nostro cuore all’ennesima canzone di Giggione, ma soprattutto, qualcuno s’è mai chiesto cosa dicono di noi le nostre vagine, quando si ritrovano un perizoma per stalker o l’uomo nero all’improvviso in faccia?
Immaginiamo le memorie di due vagine all’ultimo party selvaggio:
- “Per tutti i Santi dell’inguine, l’altro ieri al party per la festa delle vagine, l’8 marzo, la mia padrona ha perso il borsello”
- “Concettì non te preoccupare che queste so’ sciocchezze, la mia padrona ha perso il cervello per non perdersi il porcello!”
Da piccole la nonna finiva i suoi racconti con la firma della speranza, ossia: “un giorno farai”, adesso i nostri racconti sono firmati da Facebook, si ritrovano sullo smartphone di uno sconosciuto, o peggio, sulla pagina di un giornale online, senza nessuna garanzia Perlana, l’unica formula è “soddisfatti o cazzitua“.
A 94 anni dalla prima festa della donna tenutasi in Italia, quel che ci resta da fare oggi è: interrogare le nostre vagine, chiedere loro se vogliono andare in Kenya con uno zaino pieno di sogni in spalla, o se vogliono direttamente l’africano. Dobbiamo vedere se una vagina desidera una vita in salita, se ogni giorno vuole rivendicare il proprio ruolo, il suffragio universale, il 23 febbraio 1909, se riusciranno a convivere con i propri dispiaceri, se avranno la forza di sorridere nonostante il “degrado vaginale“, e se saranno capaci di lasciare la propria casa, per il solo desiderio di andare via inseguendo un’idea di indipendenza ed evoluzione e se invece, avranno il coraggio di restare e di prendersi cura di chi amano.
Le memorie attuali della festa delle donne sono sconosciute, la bellezza e la passione che si cela dietro a questo giorno è un segreto, non lo si può trovare su Facebook o in una discoteca milanese, quel che resta oggi non lo si vede se si sta con uno smartphone in mano a fotografare le acrobazie circensi di Otello e Desdemona.[ads2]
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