Messico, strage di giornalisti: uccisi sei in un mese
Il Messico è considerato uno dei Paesi più pericolosi al mondo per i giornalisti: ancora un giornalista ucciso, il sesto dall'inizio dell'anno
Assassinato in Messico a colpi d’arma da fuoco nella notte Heber López Vásquez il direttore del giornale locale Rcp Noticias. Il direttore del sito di notizie online, è stato ucciso mentre lasciava uno studio di registrazione nella città portuale di Salina Cruz. Il giornalista aveva ricevuto minacce per il suo lavoro: l’uomo aveva ripetutamente denunciato atti di corruzione da parte di funzionari politici locali. Due sospettati sono stati arrestati mentre tentavano di fuggire e sono state trovate anche le loro armi.
Da inizio anno sono stati uccisi a Tijuana la giornalista Lourdes Maldonado, il fotoreporter Margarito Martínez Esquivel e il giornalista Marco Ernesto Isla, che aveva già interrotto la professione per motivi personali, il collega José Luis Gamboa a Veracruz e il cronista Roberto Toledo a Zitacuaro. A fine gennaio ci sono state proteste dei cronisti e della società civile.
Nel 2021, per il terzo anno consecutivo, il Messico è stato classificato come il paese più pericoloso per i giornalisti. Il sottosegretario all’Interno, Alejandro Encinas, ha recentemente affermato che oltre il 90% degli omicidi di giornalisti e difensori dei diritti rimane irrisolto, nonostante un sistema governativo volto a proteggerli.
La Procura generale ha affermato già nelle scorse settimane che: “La liberà di espressione, in tutte le sue forme, è un diritto fondamentale dei cittadini”.
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