16 Marzo 2015 - 10:39

“My name is Ed and my job is entertain you”

Ed Sheeran

“Buona sera, il mio nome è Ed e il mio lavoro è farvi divertire”

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Così lo scorso ventisei gennaio, al PalaLottomatica di Roma, Ed Sheeran, fenomeno britannico del momento, si è presentato al suo concerto.

La data di Roma è stata la prima del tour “Multiply”, la presentazione del suo ultimo album (vincitore di 4 Brit Awards) è il suo concerto è stato uno dei più belli ai quali abbia mai partecipato; due ore e mezza di pura musica, un animale da palcoscenico che da solo riesce a mantenere un pubblico enorme, ma facciamo un passo indietro.

La mattina del ventisei gennaio sono andata a Roma e ho incontrato la mia amica Rachele anche lei fan di Ed Sheeran, nonché eccezionale fotografa. Verso le 16.00 ci siamo dirette al Palalottomatica e, contro tutte le mie aspettative, la fila per l’ingresso era di circa mezzo chilometro, con ragazze accampate lì fuori dal giorno prima.

Pura follia.

Ed SheeranNonostante il freddo gelido, i ragazzi in coda iniziarono a intonare alcuni dei successi di Sheeran e, tra chitarra e maracas (sì, alcuni ragazzi avevano con se delle maracas!), la folla iniziava a scaldarsi.

Finalmente, alle 19.45 i cancelli si aprirono e noi del Parterre iniziammo a prendere posto.

Dopo l’esibizione di Ryan Keen, apripista dei concerti Europei di Ed Sheeran, finalmente arriva: ad attenderlo una chitarra e un’asta del microfono con su attaccata la bandiera italiana, le luci si abbassano e gli schermi alle sue spalle proiettano le sue dita sulla chitarra. Capelli rossi, camicia a scacchi di flanella girata ad hoc e tatuaggi in bella vista, una timidezza disarmante e uno charme tipicamente inglese.

Ha iniziato intonando tutti i suoi più grandi successi; da Thinking Out Loud a Sing, passando per A-team e Give Me Love. Le tribune del PalaLottomatica erano illuminate dalle luci bianche dei telefonini che rendevano il tutto ancora più spettacolare. Le luci e gli schermi dietro hanno provveduto a fare il resto.

Un animale da palcoscenico che ha tenuto banco a un pubblico di 12.000 persone, gestendo due microfoni e rompendo due chitarre. Sembrava che avesse una band alle spalle. L’impressione era quella di essere sola e ascoltare il cd in macchina a tutto volume.

Come tributo a noi italiani, ha poi deciso di intonare “Con te partirò” di Bocelli, e in quel momento si è manifestato in me una forma silente di fangirling nei confronti di questo ventitreenne che manifestava e propagava il suo amore per la musica. Non solo un puro talento naturale, ma uno studioso.

Ed SheeranUno che conosce la musica perché l’ha studiata e ama il proprio lavoro e mi risulta anche difficile cercare di spiegarvi cosa io abbia provato e cosa ho visto provare a chi mi era vicino.

Insomma, un ragazzo che è riuscito a coinvolgerci tutti e dico tutti, durante l’esecuzione delle sue canzoni, seppur spiaccicando a malapena due parole.

Un uomo che si esprime meglio in musica che a parole.

Un nuovo vecchio poeta, dall’animo gentile e dagli accordi pronti.

Uno che lascia speranza di non aver perso la buona musica.

Inoltre ringrazio la mia fantastica amica Rachele Di Paolo e qui https://www.flickr.com/photos/deppendent/ potete trovare molte altre sue opere fotografiche.

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