21 Settembre 2021 - 17:07

Napoli, poster per mostra sulla blasfemia: il Comune li rimuoverà

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I manifesti blasfemi che hanno creato non poche polemiche a Napoli verranno rimossi. L’organizzatrice della mostra contro la censura religiosa: “Non siamo stati noi”

Hanno fatto parecchio discutere i cittadini di Napoli e gli utenti del web i manifesti affissi negli spazi pubblici di affissione del Comune che riportano delle bestemmie disegnate ad hoc stile Disney. Il richiamo è a un festival delle arti per la libertà d’espressione contro la censura religiosa dal titolo “Ceci n’est pas un blasphème”, in programma a Napoli fino al 30 settembre al primo piano del Pan, il Palazzo della Arti di Napoli. Concesso per l’occasione dall’assessorato alla Cultura e all’Istruzione del Comune di Napoli, ente che ha patrocinato ed è co-promotore della manifestazione, che ora si ritrova al centro di numerose polemiche soprattutto per quei manifesti.

Secondo quanto riporta il Corriere del Mezzogiorno, l’assessore all’Istruzione e alle Politiche sociali, Annamaria Palmieri, in occasione del lancio dell’iniziativa aveva dichiarato che il festival dovrebbe essere presente in maniera permanente, soprattutto per le nuove generazioni che così possano capire la differenza esistente tra morale e moralismo.

Il Comune, in ogni caso, ha fatto sapere che i manifesti verranno rimossi in quanto non sarebbero stati autorizzati; in tutto ciò nemmeno la direzione artistica della manifestazione ne era a conoscenza. A quanto si apprende ad affiggere i manifesti sarebbero stati degli artisti, che aderiscono a collettivi autonomi, a promuovere questa campagna pubblicitaria. La direttrice artistica del festival, Emanuela Marmo ha affermato che si tratta di una spontanea e autonoma iniziativa di questi artisti e, in difesa dell’Amministrazione comunale, trova ridicolo e pretestuoso metterli in difficoltà su una circostanza che esclude in toto il loro coinvolgimento.

La direttrice comunque difende gli ideatori dell’iniziativa, infatti per lei l’indignazione dei cittadini davanti all’affissione dei manifesti blasfemi nei pressi di luoghi di culto o frequentati da bambini le fa credere più convintamente che le azioni di subvertising sono fondamentali. Di fatti, secondo Marmo, gli stessi cittadini che si scandalizzano per questo tipo di pubblicità rimangono impassibili davanti ai messaggi pubblicitari che inoculano un uso erotizzato del corpo femminile e dell’infanzia, che promuovono canoni estetici frustranti e irraggiungibili per persone comuni e che associano la bellezza al possesso di beni inutili, costosi, classisti.