25 Febbraio 2016 - 17:23

Obama assicura protezione a tutti i cittadini

Dopo ulteriori intercettazioni a carico degli esecutivi dei paesi alleati, da parte della NSA, Obama annuncia l’emanazione di una nuova normativa a difesa della privacy dei cittadini, americani e non

[ads1]Nominata “Judicial Redress Act Bill”,  è lo strumento con cui tutelare la privacy dei cittadini, non solo americani, ma anche gli appartenenti ai Paesi Alleati: lo stesso Mr President Barack Obama cerca di riparare ai danni commessi, dopo le rivelazioni  del 2012 di Julian Assange, portavoce di Wikileaks e divulgatore dell’attività di spionaggio svolta dalla NSA (National Security Agency), la quale controllava constantemente i governi alleati. Obama cerca di distendere i rapporti con l’Europa, prima e storica associata, soprattuto in vista del Ttip, accordo economico e di scambio, mai realmente comunicato all’opinione pubblica, e salvaguardando la leadership in seno ad una politica internazionale sempre più controversa.

Quella dell’agenzia americana di “sicurezza” è divenuta una prassi cristallizzata e consolidatasi nel tempo. Una mossa strategica, una verifica di lealtà, un semplice strumento di controllo, in virtù di una congiuntura sistemica, che ha destabilizzato le economie a regime capitalistico, rischiando realmente un radicale crepuscolo.

La rapidità con cui il congresso americano ha approvato la legge, con la quale semplici cittadini potranno tutelarsi da qualsiasi atto lesivo della privacy, procedendo contro il governo americano, riflette la mole di notizie fuoriuscite negli ultimi giorni, rispetto all’attività di “spionaggio” intrapresa dalla NSA nei confronti dell’allora governo Italiano, come successo per altri paesi continentali.

L’otto maggio 2008 si insedia il IV governo Berlusconi, nel Marzo del 2010 Berlusconi comunica al leader israeliano Binyamin Netanyahu, la totale vicinanza del paese, il 6 Aprile 2011, dopo il caso Escort, si apre il processo “Ruby”a carico del premier, accusato di prostituzione minorile e concussione, parallelamente ad altri  già avviati, la crisi economica impeversa, per cui l’Italia è mira del declassamento delle agenzie di rating. Il 22 ottobre 2011, a Bruxelles, la cancelliera Angela Merkel, il presidente francese Nicolas Sarkozy chiedono a Berlusconi, in un incontro estremamente teso, di attuare tutte quelle misure atte a risollevare il Paese dal debito pubblico.

La NSA intercetta il consigliere personale per le relazioni internazionali del primo ministro italiano, Valentino Valentini e trascrive: “Merkel e Sarkozy, che evidentemente non tolleravano scuse sull’attuale situazione difficile dell’Italia, hanno fatto pressioni sul primo ministro affinché annunciasse forti e concrete misure e affinché le applicassero in modo da dimostrare che il suo governo è serio sul problema del debito”. Quella di Valentini era una trascrizione “top secret/noforn”, ossia non condivisibile. Il 12 novembre 2011, Berlusconi rassegna le dimissioni. Lo succederà l’esecutivo “tecnico” di Mario Monti.

Insomma, la vita di uno Stato, per via costituzionale, democratico quotidianamente sotto controllo. Ogni atto, procedura, mossa, parola, colloquio, è stato oggetto del NSA, e quindi del governo Americano. Il Ministro  delle Riforme, Maria Elena Boschi, intervenendo in Aula alla Camera, ha dichiarato: “Un’attività intercettiva verso un governo alleato degli Stati Uniti per noi sarebbe inaccettabile”. Preoccupazione anche tra le fila di Forza Italia, per il quale Renato Brunetta ha chiesto un incontro con Marco Minniti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza, a cui ha espresso timori circa l’ipotetica violazione della sovranità italiana, data l’ingerenza americana.

Minniti sarà ascoltato il prossimo giovedì dal Copasir, il comitato per la sicurezza, sia per il caso Regeni, sia per quest’ultimo.

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