29 Marzo 2016 - 17:37

Oscar alla carriera a Federico Fellini, AccaddeOggi

Federico Fellini

Il 29 marzo 1993 il regista Federico Fellini viene insignito dell’Oscar onorario: sul palco del Kodak Theatre Sophia Loren e Marcello Mastroianni, entrambi emozionati, consegnarono la Statuetta d’oro al grande Maestro, già 4 volte premio Oscar

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Il 29 marzo del 1993 il regista Federico Fellini, sul prestigioso palco del Kodak Theatre, riceve l’Oscar alla carriera da una Sophia Loren e un Marcello Mastroianni emozionati:

Federico Fellini

Federico Fellini, premiato con l’Oscar alla carriera, con Marcello Mastroianni e Sophia Loren

il Maestro, che aveva già ricevuto dall’Academy ben 11 Nomination, saliva su quel palco per la quinta volta, dopo gli Oscar vinti nella categoria come “Miglior film straniero” per i suoi film capolavoro La strada (1957), Le notti di Cabiria (1958), 8 e ½ (1964), Amarcord (1975).

Regista e sceneggiatore visionario, Federico Fellini è considerato un pilastro della storia del cinema, uno dei pochi cineasti italiani che ha saputo magistralmente rappresentare nei suoi film scene memorabili, ricche di quella satira pungente e inconfondibile ma anche caratterizzate da quello stile onirico e visionario, che rende uniche le sue opere.

Per celebrare al meglio il suo Oscar onorario, ripercorriamo insieme le tappe fondamentali della vita del grande regista, i suoi esordi, i suoi capolavori, fino alla sua Consacrazione di Maestro del Cinema.

Federico Fellini

Federico Fellini negli anni ’70

Federico Fellini nasce a Rimini il 20 gennaio del 1920. Frequenta il Liceo Classico “Giulio Cesare” della sua città e già a 16 anni mostra di avere una grande passione per il cinema e una particolare attitudine per la fumettistica: ancor prima di terminare la scuola, infatti, collabora con alcuni giornali e riviste, in qualità di vignettista. Alcune delle sue vignette vengono pubblicate nella Rubrica Cartoline dal pubblico del settimanale La Domenica del Corriere, mentre un altro settimanale politico-satirico, Il 420, pubblica delle sue vignette satiriche e umoristiche sino alla fine del 1939. Dopo il Liceo, si trasferisce a Roma per frequentare l’Università, iscrivendosi alla Facoltà di Giurisprudenza senza sostenere tuttavia mai un esame, poichè il suo vero sogno ed obiettivo era quello di intraprendere la carriera giornalistica. Il giovane Federico, infatti, inizia a collaborare (1939) come disegnatore satirico per la rivista satirica italiana più importante, il Marc’Aurelio: agli inizi degli anni ’40 collabora anche con l’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), in qualità di autore radiofonico e proprio in questa occasione incontra Giulietta Masina, con la quale stringerà un forte sodalizio artistico ed affettivo (nel 1943 i due si sposeranno).

Federico Fellini

La dolce vita (1960), famosa scena della Fontana di Trevi

Come regista, Fellini debutta al cinema nel 1950 con il film Luci del varietà che dirige insieme ad un altro cineasta, Alberto Lattuada. Il suo primo e vero debutto come regista avviene due anni dopo, con  Lo sceicco bianco (1952), film che inaugura uno stile nuovo e mai visto fin’ora nel cinema: una sorta di realismo umoristico e onirico che di fatti non viene capito dal pubblico e gli incassi si rivelano un insuccesso. Un anno più tardi è la volta de I Vitelloni (1953), film che racconta la vita di provincia di un gruppo di amici a Rimini: sono gli anni ’50, periodo florido per la società italiana che va verso l’industrializzazione ed il Boom economico; tutti i lungometraggi del Maestro degli anni ’50 e ’60 hanno come contesto proprio la società del Benessere economico e della decadenza dei costumi. Nel 1954 arriva sui grandi schermi La strada, grazie al quale Fellini ottiene un enorme successo anche a livello internazionale: il film racconta il rapporto tra Gelsomina (Giulietta Masina) e Zampanò (Anthony Quinn), due artisti di strada che vivono durante il dopoguerra. I film a seguire sono degli autentici capolavori:

Federico Fellini

Amarcord (1973)

La dolce vita (1960), il lungometraggio forse più celebre del Maestro, con protagonisti Marcello Mastroianni ed Anita Ekberg, una pellicola «scioccante» e che destò scalpore per la famosa scena della Fontana di Trevi: il film descriveva la decadenza morale della società italiana ormai sopraffatta dal Boom economico.

E poi 8 e ½ (1963) , Giulietta degli spiriti (1965), Tre passi nel delirio (1968), Fellini Satyricon (1969) e Amarcord (1973), in cui si trovano molti spunti autobiografici.

Dopo pochi mesi dall’Oscar alla carriera, Federico Fellini si spegne il 31 ottobre 1993, a causa di una serie di complicanze trombo-ischemiche. A lui è intitolato l’Aeroporto Internazionale di Rimini.

«Il visionario è l’unico realista»

(Federico Fellini)

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