29 Marzo 2016 - 18:45

Palmira, come si presenta dopo l’occupazione

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Palmira liberata: gli archeologi sono rimasti scioccati dai danni riportati durante l’occupazione Isis, ma il sito tornerà come prima

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Palmira è libera e forse tornerà come prima. Un evento di grande significato politico, militare ma soprattutto dal punto di vista culturale e storico.

Il sito archeologico, conquistato dai militati dell’Isis nel 21 maggio dello scorso anno, è ancora oggi infatti una delle testimonianze più importanti del passaggio dei Romani nell’Oriente.

La “sposa del deserto”, come la soprannominavano i carovanieri, è sopravvissuta a millenni di storia lasciando intatta la sua bellezza nonostante i continui conflitti per cui più volte ha fatto da scenario.

Oggi, a distanza di quasi un anno dall’assedio dell’Isis, nonostante gli evidenti danni, Palmira è ancora in piedi.

Liberata dall’esercito siriano con l’aiuto dei raid russi, è stata subito ispezionata da esperti di antichità siriane ed archeologi. La reazione immediata è stata un forte rammarico nel vedere i danni che i barbari hanno procurato alla “Sposa del deserto”. Da un’iniziale stima però, grazie all’aiuto offerto dal direttore dell’Hermitage Mikhail Piotrovsky per stilare un progetto di restauro, sembra che Palmira riuscirà a tornare al suo splendore prima dell’assedio.

“In quanto custodi del patrimonio di Palmiraha detto Piotrovsky – potremo aiutare ad analizzare la situazione e dare consigli così che questo sito storico diventi un monumento alla cultura, un monumento alla vittoria sul fanatismo e non una replica moderna, semplice attrazione turistica”.

A rassicurare il mondo dell’archeologia, il direttore delle antichità e dei musei, Maamoun Abdul-Karim, il quale ha spiegato che “ci aspettavamo di peggio, ma il panorama generale è in buone condizioni”.

Nel frattempo nella parte abitata della città, l’esercito siriano sta procedendo a rimuovere mine e bombe piazzate dai jihadisti. Come riportato da fonti dell’esercito di Assad, gli ordigni sono stati piazzati sia nelle zone residenziali che all’interno dell’area archeologica patrimonio dell’Unesco.

Una volta liberata dalle ultime tracce dell’incursione, a Palmira non resterà altro che risorgere dalle sue ceneri.

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