27 Giugno 2016 - 10:35

Papa Francesco contestato

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Papa Francesco contestato. Durante il volo di ritorno dall’Armenia, nel consueto colloquio con i giornalisti, il Santo Padre risponde a chi lo ha attaccato a proposito delle parole utilizzate durante le commemorazioni per il genocidio degli armeni

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Raramente Papa Francesco è stato contestato o contraddetto durante questo suo innovativo pontificato,e altrettanto raramente egli ha sentito l’esigenza di replicare alle contestazioni. Ma questa volta lo ha fatto, eccome. La Turchia, infatti, aveva duramente attaccato il pontefice a seguito delle sue dichiarazioni durante la visita in Armenia, definendo il massacro del popolo armeno come “genocidio“. “Non ho mai utilizzato questa parola con animo offensivo. Io ho sempre parlato di tre genocidi nel secolo scorso: il primo quello armeno, il secondo quello di Hitler e l’ultimo quello di Stalin. Un legale mi ha spiegato una cosa che mi ha interessato molto: che ‘genocidio’ è una parola tecnica, c’è della tecnicità, non è sinonimo di sterminio. Si può dire sterminio, ma il genocidio comporta che ci siano delle azioni di riparazione”. 

Ma dopo aver placato gli animi dei contestatori, il Papa parla a tutto campo e affronta i temi più disparati, a cominciare da quello che tiene maggiormente banco:la dualità del potere durante il suo pontificato. Padre Georg (mons. Georg Gaenswein segretario particolare di Benedetto XVI durante il pontificato e attualmente al suo fianco in tal veste, avendo seguito il Papa emerito dopo il ritiro n.d.r.) aveva recentemente affermato che il potere papale è attualmente condiviso tra due papi, uno attivo e uno contemplativo. Ma Papa Francesco non ci sta e replica “C’è un solo Papa. L’altro, Benedetto XVI, è un Papa emerito, una figura che prima non c’era e a cui lui, con coraggio, preghiera, scienza, e anche teologia, ha aperto la strada”.

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Papa Francesco durante la sua visita in Armenia

Le scuse verso i gay e la condivisione della riforma luterana

Le scuse di Papa Francesco non si fermano. Tra lo stupore degli astanti egli si scusa per tutte le scelte sbagliate operate dai cristiani “Io credo che la Chiesa non solo deve chiedere scusa ai gay, ma deve chiedere perdono anche ai poveri, alle donne stuprate, ai bambini sfruttati nel lavoro, deve chiedere scusa di aver benedetto tante armi”. Condanna come ingiusta la discriminazione nei confronti degli omosessuali e afferma che essi devono essere accompagnati pastoralmente “Con una persona di quella condizione, che ha buona volontà, che cerca Dio, chi siamo noi per giudicare? Dobbiamo accompagnare bene è quello che dice il Catechismo”.

A chi gli chiede qualche “anticipazione” riguardo il viaggio in Svezia, a Lund, per i 500 anni della Riforma, da una risposta a dir poco scioccante “Io credo che le intenzioni di Martin Lutero non erano sbagliate. Era un riformatore. La Chiesa non era modello da imitare: c’erano corruzione, mondanità, lotte di potere. Lui ha contestato. E ha fatto un passo avanti per criticarla. Poi si è trovato che non era più solo. Calvino e i principi tedeschi volevano lo scisma. Dobbiamo metterci nella storia di allora, non facile da capire”

Papa Francesco continua a stupire e a venire incontro anche a chi non crede, ma inizia  a credere in lui. Cerca, con successo, di ripercorrere le orme di Karol Wojtyla, grande comunicatore e grande sostenitore dello svecchiamento ideologico della Chiesa. Dopo un pontificato scialbo e senza significativi avvenimenti, come quello di Ratzinger, ecco un leader che parla direttamente alla gente. Ma che, comunque, appunto, parla e basta, non tenendo il passo con la situazione reale e rimanendo sempre nel suo piccolo staterello privilegiato. Come gli ultimi pontificati ci hanno insegnato, la gente ama l’uomo in bianco, non la sua fede. Uomini che seguono altri uomini, come è sempre stato nel corso della storia. [ads2]