5 Marzo 2018 - 18:59

Pd: Renzi si fa da parte ma non ammette del tutto la sconfitta

Renzi

Pd e il post voto con le dimissioni di Renzi. Le conseguenze dopo le parole del segretario nazionale dei democratici

Oltre Silvio Berlusconi, travolto dalla scelta opposta del suo elettorato storico, l’altro vero sconfitto di queste Elezioni 2018 è senza dubbio il Pd.

Con il 18%, o poco più, di lista ed il 23% di coalizione, infatti, a subire le conseguenze di questa immensa debacle è stato il segretario ed ex Premier Matteo Renzi, che ha rassegnato le dimissioni.

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Foto dalla pagina Fb di Matteo Renzi, ex segretario del Pd

Il Pd, nelle parole del suo segreterio, pur avendo recipito il messaggio lanciato dalle urne sembra non aver compreso del tutto il dato elettorale – come accaduto subito dopo il 4 dicembre – e, allo stesso tempo, aperto una situazione di stallo politico/partitica.

Il primo elemento, lanciato con una certe prepotenza da Renzi durante la conferenza stampa, è riscontrabile tanto nelle rimostranze riguardo il Referendum Costituzionale scorso quanto sulle sfide nei singoli collegi (prendendo come esempio quello di Pesaro con il risultato non esaltante di Minniti).

Questo dato, riscontrabile nelle parole rilasciate quasi a muso duro, mette in evidenza quanto non sia stata del tutto capita la sconfitta elettorale – cercando quasi un capro espiatorio – e quanto non siano stati compresi del tutto gli errori di tatticismo commessi nella composizione delle liste.

Il sencondo ambito, invece, si evince dall’indisponibilità a fungere da stampella di Governo e dal limbo in cui permane un Pd disastrato dopo il 4 marzo.

I due elementi, che innescano ben pochi scenari possibili, da un lato aumentano gli interrogativi sulla formazione di un qualsiasi tipo di esecutivo – tanto con il M5S quanto con il centro-destra – e dall’altro espongono il partito ad una maggiore debolezza in una delle situazioni peggiori della sua esistenza.

Le dimissioni dalla carica ci saranno, chiaramente, con l’insediamento delle Camere e quindi, fino a quella data, molte cose potrebbero cambiare andando ad aprire nuovi scenari nella povera instabile Italia.

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