27 Settembre 2016 - 14:31

Ponte sullo stretto, ovvero come ti cambio idea con il ricatto occupazionale

Il ponte sullo stretto ritorna nell’agenda politica italiana. La berlusconiana idea del 2005 viene difesa dal Segretraio/Premier attraverso lo stesso ricatto lavorativo di undici anni fa

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La tavola numero 43, dal titolo Il sonno della ragione genera mostri”, è una delle maggiori opere di Goya inserita nel ciclo Los caprichos (I capricci).

In questa, il pittore spagnolo, partendo dalla concezione della fantasia come base di tutte le creazioni, cerca di far comprendere che senza il supporto della ragione la mente condurrà a mostri e a tanti elementi inesistenti.

Questa tremenda immagine presentata dal Goya si è fortemente ripresentata nella nostra penisola attraverso il ritorno in auege di una delle più grandi follie all’italiana: il ponte sullo stretto.

Nel corso assemblea che celebra i 110 anni del gruppo Salini-Impregilo, il Segretario/Premier Renzi ha rilanciato, dopo la promessa mancata sulla Salerno-Reggio Calabria (non si è ancora arrivati a Dicembre, come promesso, ma al momento non ci sono miglioramenti significativi), il famoso ponte sullo stretto attraverso la sua solita sfida agli “scettici” di turno.

Le parole del Presidente del Consiglio, significative tanto nella strategia quanto nel “metodo” da applicare, sono state: “Il Ponte sullo Stretto di Messina può creare centomila posti di lavoro. Se siete nella condizione di sbloccare le carte e di sistemare quello che è fermo da 10 anni (rivolto ad Impregilo) noi ci siamo”.

Ponte sullo stretto

Ponte sullo stretto

Questo particolare cambio di passo delle strategie “democrats”, esternato dalle dichiarazioni del proprio Segretario nonché Presidente del Consiglio, fanno emergere due interessanti aspetti che evidenziano la continuità delle policy, al di là dello schieramento di appartenenza e della storia regressa, negli ultimi undici anni.

Il primo punto, maggiormente evidente nel nuovo sistema delle grandi opere renziane, è quello dato dalla “riesumazione” del fallimentare progetto berlusconiano del 2005.

Bloccato più volte dai governi di centro-sinistra, dopo aver creato  attimi di tensione a causa dell’onerosa penale concessa a Impregilo in caso di mancata “costruzione”, il ponte sullo stretto si è distinto per essere sia l’opera più inutile per il nostro territorio, data la possibilità di “saldare” la Sicilia al resto dell’Italia rafforzando quanto già esistente (anche perché, in caso contrario, per quale motivo non sarebbe utile anche un ponte con la Sardegna?), che il “regalo” più grande alle mafie, che già tentarono nel 2005 di inserirsi nel progetto originario come attestò la DDA.

Il secondo elemento, invece, riguarda il più becero ricatto lavorativo utilizzato ogniqualvolta si “annusa” l’odore di protesta verso una qualcosa di inutile ed imposto.

Anche questa volta, infatti, il Premier Renzi ha battuto sui nuovi posti di lavoro che l’ “Opera” potrebbe creare in modo da giustificare, ancor di più, questo “triplo salto mortale” che lo ha portato su posizioni fino a qualche tempo fa contestate.

Questa volta, rispetto al punto precedente, da un lato si gioca la carta  per ricattare la popolazione locale, ed eventualmente puntare sulla crisi nazionale in tema di attività lavorativa (senza considerare in alcun modo gli effetti catastrofici del Jobs Act), dall’altro si punta sulla stessa Impregilo che tanti “danarosi” scherzi ha fatto ai vari governi dalla data di nascita di Ponte sullo stretto S.p.a. (senza alcun risultato positivo).

Se la fantasia non si fa guidare dalla ragione, la mente continuerà a generare mostri… in una distesa valle di “falsi ciechi” che fanno finta di non vedere.

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