18 Marzo 2016 - 18:54

Questione trivelle: PD si astiene, la minoranza non è d’accordo

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Questione trivelle: il PD si astiene, ritenendo il referendum abrogativo del 17 Aprile inutile, mentre la minoranza della sinistra protesta

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Come a tutti è noto, il prossimo 17 Aprile 2016 il popolo italiano sarà chiamato per votare al referendum abrogativo sulla questione ambientale delle trivellazioni in mare. Questo referendum è stato richiesto da 9 Consigli regionali, ovvero : Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise.

Se vincerà il “si” le concessioni estrattive entro le 12 miglia dalla costa non verranno più prorogate. Ma la discussione che emerge è sull’astensione del Pd in merito alla consultazione, presa di mira dalla minoranza dem e delle opposizioni. Lo certifica un documento dell’Agcom che classifica il Partito democratico tra le forze politiche che si asterranno. Mentre la sinistra del partito rumoreggia:”Chi l’ha deciso?”.

I vicesegretari del Pd, Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani, sottolineano che: “Questo referendum è inutile. Non riguarda le energie rinnovabili, non blocca le trivelle (che in Italia sono già bloccate entro le 12 miglia, normativa più restrittiva di tutta Europa), non tocca il nostro patrimonio culturale e ambientale. Serve solo a dare un segnale politico, come hanno spiegato i promotori. E costerà 300 milioni agli italiani. I soldi per questo referendum  potevano andare ad asili nido, a scuole, alla sicurezza, all’ambiente. E di questo parleremo durante la direzione di lunedì, ratificando la decisione presa come vicesegretari. Se il referendum passerà l’Italia dovrà licenziare migliaia di persone e comprare all’estero più gas e più petrolio. Lunedì vedremo chi ha i numeri a norma di Statuto per utilizzare il simbolo del Pd”.

Prima ancora di avere il parere positivo dello Consulta, il governo aveva cercato di evitare il referendum, introducendo una serie di norme nella legge di Stabilità che hanno ribadito il divieto di trivellazioni entro le 12 miglia mare. Di fatto, quindi, l’esecutivo è sempre stato contrario alla consultazione. Per questo sembra essere abbastanza evidente la “neutralità” del Pd sul tema.

Tuttavia, in seguito a queste affermazioni la minoranza interna insorge in quanto la decisione non è stata presa collegialmente. Roberto Speranza infatti sottolinea: “Apprendo dal sito dell’Agcom che il Pd avrebbe assunto la posizione dell’astensione al referendum di Aprile sulle trivelle in mare,  mi chiedo come e dove sarebbe stata assunta questa scelta”.

E Davide Zoggia aggiunge: “Astensione sul referendum ‘no triv’? Se fosse confermato ciò che è scritto sul sito dell’Agcom non andrebbe bene per niente”. Mentre Gianni Cuperlo risponde a Guerini e Serracchiani: “Definire inutile un referendum popolare è sbagliato e non porta neppure bene. Io andrò a votare. Ho letto la dichiarazione dei due vicesegretari del mio partito e dico loro: per piacere fermatevi”.

Anche l’opposizione si manifesta, attraverso l’intervento del capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana Arturo Scotto, il quale sottolinea : “È davvero surreale che il partito che governa il Paese si trinceri dietro il vecchio detto ‘non vedo, non sento, non parlo’. I petrolieri ringraziano”. E più tardi Alfredo D’Attorre definisce “vergognosa” la posizione del Pd, sia sul piano interno che istituzionale.

Michele Emiliano, presidente Pd della Regione Puglia schierato da tempo contro la questione trivellazioni, spera si tratti di un “refuso burocratico”. Speranza tranciata da Nicola Fratoianni, il quale ha dichiarato: “Abbiamo appena finito la riunione della Commissione di Vigilanza Rai che doveva esaminare le richieste d’accesso alle tribune elettorali per il referendum. E la brutta notizia è che il Pd ha annunciato la propria astensione. Non si tratta quindi di equivoco o di incidente burocratico – conclude l’esponente di Si – bensì di posizione politica ufficiale”. 

Infine, tale questione sconcerta anche il mondo ambientalista. Infatti Legambiente afferma“Dopo aver puntato sul silenzio, ora Renzi punta sull’astensione. Il suo partito inviterà gli italiani a non recarsi alle urne. Scandaloso”. Anche per Greenpeace è “in atto una strategia di annichilimento del voto referendario“.

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