7 Settembre 2017 - 11:23

Regionali siciliane: il più grande esperimento partitico italiano

Regionali sicilia

Regionali siciliane, ovvero il più grande esperimento partitico italiano. Fra alleanze, vecchie e nuove, ci si gioca la credibilità a livello nazionale

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Da un po’ di giorni a questa parte le Regionali siciliane si stanno trasformando in un vero e proprio laboratorio partitico mai visto prima nella nostra nazione.

Dopo l’ufficializzazione dell’alleanza Pd – Ap, che è riuscita in un sol colpo a rafforzare l’asse governativo e politico in vista del 2018, è scattata la corsa alla coalizione per affrontare la tornata elettorale di novembre.

All’apparente calma, dettata dalla candidatura di Nello Musumeci (candidato appoggiato da FI, Lega e FdI), del centro-destra – da sempre una bomba ad orologeria nell’isola – si contrappongono le grandi manovre del centro-sinistra intento a non prendere una via specifica.

Questi continui cambi di direzione presenti, però, si rendono centrali in una più ampia strategia che coinvolgerà tanto le successive mosse politiche a livello nazionale quanto l’assetto partitico delle elezioni del prossimo anno.

Regionali siciliane

Infatti, oltre alla suddetta alleanza, si è creato un circolo vizioso in cui Campo progressista – il movimento dell’ex Sindaco di Milano Pisapia – e Mdp non solo si giocano una partita fondamentale per la loro esistenza, data la centralità delle Regionali siciliane, ma anche una posizione di rilevo nella possibile coalizione nazionale.

In pratica, l’andirivieni dei due soggetti – con Mdp a perdere dal punto di visto politico per la sua consueta opposizione senza fare opposizione – si rende strategico sia per la chiusura della Legislatura che per i posti che contano nella competizione elettorale.

Nel marasma creato, quindi, ci sono due possibili scenari che realizzandosi andrebbero a condizionare la vita politico/partitica di tutti i protagonisti in causa.

Qualora i bersaniani appoggiassero, dopo un ennesimo accordo al ribasso (nè il primo nè l’ultimo tra quelli portati avanti fino ad ora), l’asse Pd – Ap, avallato dapprima e successivamente criticato celatamente ma sostenuto nei fatti, da un lato si rafforzerebbe l’area governativa, con Mdp costretta a sostenere qualsiasi progetto senza alcun tipo di contraddittorio, e dall’altro si andrebbe a creare una nuova discussione sull’area di influenza minoritaria, con Mdp e Ap a contendersi il ruolo di vice Pd.

Nel caso in cui, invece, si portasse a termine l’operazione Fava, il rischio sarebbe maggiore e con ricadute più forti anche in ambito nazionale.

Difatti, se da un lato si rischierebbe la debacle totale sia a livello regionale che nazionale in una prospettiva futura, dall’altro si andrebbe incontro all’isolamento totale, data la rottura con Pisapia – che quasi sicuramente formerà un tandem con Crocetta per fungere da Indipendente nel listone di partiti – , che complicherebbe anche la tenuta politica ed elettorale dell’Ulivo 2.0.

In questa complicata situazione, quindi, le Regionali siciliane si mostrano come il più grande esperimento partitico italiano, in cui le strategie messe in atto nei giorni prima della tornata potrebbero avere pesanti conseguenze sul più ampio territorio nazionale in vista delle elezioni del 2018.

 

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