14 Marzo 2022 - 11:00

Renato Caruso: la musica secondo la scienza – intervista

Un album solo guitar e un libro. Il doppio progetto targato Renato Caruso nasconde un mondo emblematico, tutto da scoprire. L'intervista di Zon.it

Renato Caruso

Un album solo guitar e un libro. Due anime figlie dello stesso progetto, targato Renato Caruso. Noi di Zon.it abbiamo incontrato il chitarrista calabrese che ha dopo pubblicato il CD Grazie Turing e il volume #Diesis o Hashtag?

Musica e scienza hanno più punti in comune di quanto si possa immaginare. Un assunto fondamentale dal quale parte la prefazione al libro, firmata da Giovanni Caprara. Il senso del volume di Renato Caruso è proprio questo: dimostrare le inattese assonanze che possono crearsi tra due mondi apparentemente distanti. Grazie Turing si presta quindi a colonna sonora ideale di un viaggio inedito e sorprendente.

Intervista a Renato Caruso

Ciao Renato. La Tela di Godel è il brano estratto dal tuo nuovo album solo chitarra “Grazie Turing”. Un omaggio piuttosto originale. Come ti è venuta l’idea?

Turing deve molto a Godel e viceversa. Kurt Godel, matematico del 1900, ebbe una brillante intuizione: la matematica non era una scienza esatta, infatti non tutto era ancora dimostrabile! Per aiutare questa causa, Alan Turing costruì una macchina-matematica, atta a fare dei procedimenti. Ecco come nasce il computer. L’ho spiegato in modo semplice, ma Godel è quello che ha dato il LA all’informatica.

L’album ha anche una cover firmata a opera d’arte. Riporta infatti “Think Different”, realizzata dell’artista Giuseppe Veneziano. Qual è il messaggio?

Il messaggio è quello della rivoluzione. Così come Alan Turing rivoluzionò l’informatica o meglio la inventò, Steve Jobs rivoluzionò il concetto di informatica, individuando l’importanza di avere una “macchina personale”. Uno strumento in grado di fare non solo calcoli, ma anche di stimolare la creatività. L’altro simbolo è la mela che rappresenta per Alan Turing la fine della sua discesa sulla terra: morì proprio con una mela avvelenata. Si dice che il logo della Apple provenga proprio da questa storia, anche se Steve Jobs negò sempre questa versione.

Parliamo del libro. “# Diesis o Hashtag?” attraverso una serie di aneddoti unisce scienza e musica, due modi apparentemente distanti. Una intuizione rischiosa o brillante?

Forse molto più rischiosa che brillante, poi non so, decidono gli altri. Sicuramente avvicina due discipline apparentemente distanti, ma in realtà hanno più lati in comune di quanto si possa immaginare. Bach era il geometra della musica, Mozart aveva una intelligenza quasi matematica nella composizione, Einstein diceva sempre che pensava in musica, con il suo violino, Heisenberg suonava il pianoforte. C’è sempre una relazione tra musica e matematica, infatti si dice che la musica è il suono della matematica.

Anche in questo caso per la copertina ti sei affidato a Veneziano. L’immagine di quarta di copertina è invece a cura di Lucrezia Ruggeri. Come nascono queste collaborazioni?

Mi sono avvicinato all’arte pittorica da poco, avendo anche un fratello che dipinge. Devo confessare che non ero mai stato attento ai particolari come lo sono da qualche anno a questa parte. Da anni frequento molti artisti, pittori, scultori, tra cui Giuseppe Veneziano di cui sono molto amico e Lucrezia Ruggeri.

Il tuo album si presta come colonna sonora perfetta per accompagnare il libro. Speri di arrivare anche ai più giovani?

Il libro sicuramente è per giovani, ma anche per bambini o per adulti. L’album, forse un po’ di difficile comprensione, è formato da colonne sonore che ricordano la musica classica e se non si ha un background musicale buono può sembrare strange alle orecchie di un giovane. Ma io confido e credo nella cultura e nella musica classica.

Che rapporto hai con i Social? Pensi che La Tela di Godel potrebbe in qualche modo diventare virale?

Ottimo. Uso Instagram, Facebook, YouTube, ormai è il futuro, anzi è già passato. Aspettiamo la prossima frontiera tecnologica, come gli NFT, criptovalute ecc. Sono anche uno Youtuber e sono laureato in informatica quindi sono sostenitore della tecnologia. Anche se andrebbe usata con etica giusta, ma questo è un altro discorso…