7 Dicembre 2018 - 10:59

Roma, giornalista difende rom da un pestaggio in metro: pioggia di insulti sul web

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Il web si scaglia contro Giorgia Rombolà, la giornalista di Rai News 24 che ha difeso una rom ladruncola da un pestaggio in metro a Roma

Un triste episodio che svela l’esasperazione per i continui furti sui vagoni è quanto raccontato dalla giornalista Giorgia Rombolà. L’inviata di Rai News 24 ha pubblicato, nei giorni scorsi, un post su Facebook descrivendo una scena a cui ha assistito su un treno della Linea A, intorno alle 14,30 all’altezza della fermata San Giovanni a Roma.

Una rom tenta di rubare il portafoglio a un passeggero e, secondo quanto racconta la Rombolà, «ne nasce un parapiglia, la strattonano, la bimba che tiene per mano (3/4 anni) cade sulla banchina, sbatte sul vagone. Ci sono già i vigilantes a immobilizzare la giovane (e non in modo tenero), ma a quest’uomo alto mezzo metro più di lei, robusto (la vittima del tentato furto?) non basta. Vuole punirla. La picchia violentemente, anche in testa. Cerca di strapparla ai vigilantes tirandola per i capelli. Ha la meglio. La strattona fina a sbatterla contro il muro, due, tre, quattro volte».

A quel punto la giornalista interviene: «Esco dal vagone, mi avvicino e cerco di fermarlo. I vigilantes riescono a portare via la ragazza rom. Lui se ne va urlando, io risalgo sul treno. È lì vengo circondata. Un tizio che mi insulta dandomi anche della puttana dice che l’uomo ha fatto bene, che così quella stronza impara. Due donne (tra cui una straniera) dicono che così bisogna fare, che evidentemente a me non hanno mai rubato nulla. Argomento che c’erano già i vigilantes, che non sono per l’impunità, ma per il rispetto, soprattutto davanti a una bambina. Dicono che chissenefrega della bambina, tanto rubano anche loro, anzi ai piccoli menargli e ai grandi bruciarli. Un ragazzetto dice se c’ero io quante mazzate».

La Rombolà conclude: «Dicono così. Io litigo, ma sono circondata. Mi urlano anche dai vagoni vicini. E mi chiamano comunista di merda, radical chic, perché non vai a guadagnarti i soldi buonista del c****. Intorno a me, nessuno che difenda non dico me, ma i miei argomenti. Mi guardo intorno, alla ricerca di uno sguardo che seppur in silenzio mi mostri vicinanza. Niente. Chi non mi insulta, appare divertito dal fuori programma o ha lo sguardo a terra. Mi hanno lasciato il posto, mi siedo impietrita. C’è un tizio che continua a insultarmi. Dice che è fiero di essere volgare. E dice che forse ci rivedremo, chissà, magari scendiamo alla stessa fermata. Cammino verso casa, mi accorgo di avere paura, mi guardo le spalle. E scoppio a piangere. Perché finora questa ferocia l’avevo letta, questa Italia l’avevo raccontata. E questo, invece, è successo a me».

Il racconto ha suscitato reazioni spietate contro la giornalista anche sui social tanto da costringerla a rendere il post visibile solo agli amici.