28 Ottobre 2015 - 00:28

Roma, Marino rettifica e ritorna

ignazio marino

Dopo le dimissioni, il primo cittadino capitolino, Ignazio Marino, ritorna: il PD in dissenso

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Esiste un luogo, simbolico e esemplificativo: il condominio. Più della metà delle procedure civili, nei tribunali italiani, riguardano i condomini.  Gli Italiani litigano per tutto, dai calci troppo forti tirati ai superSantos ai mozziconi delle sigarette gettati da sbraitanti pelandroni, in piena manifestazione dell’irrazionale attaccamento a quell’atavica religione, qual è il soccer.

Lo stesso accade nel Partito Democratico, residuo-ahimè- scolorito del vecchio Partito Comunista. Si litiga per ogni: tiene banco in queste ultime giornate “il caso Marino”, l’amministratore/medico capitolino dimissionario (o forse non più), protagonista di varie e scandalose vicende. Da Mafia Capitale, che pure ha lacerato la sua Giunta, alle accuse di aver ridotto a brandelli gli antichi sfolgorii romani, sino alle spese pazze per cause non propriamente politiche, ovviamente finanziate con denari pubblici.

Roma, Marino rettifica e ritorna

Roma, Marino rettifica e ritorna

Repentina la risposta del sindaco che prima ha calmato gli animi, recandosi in Procura per un colloquio di quattro ore con il pm Roberto Felici, negando il peculato, e l’attribuzione dei giustificativi di spesa. L’8 ottobre annuncia le dimissioni, ed infine, nelle scorse ore, ha reso noto il suo ritorno, dopo che una parte della società civile romana, scesa in piazza, ha chiesto al primo cittadino di non dimettersi. Già nell’atto d’annuncio aveva precisato che le due dimissioni potevano essere ritirate entro 20 giorni, e che avrebbe fatto il possibile per ricostruire “nuovi condizioni politiche”: entro il 1°novembre, può confermare le dimissioni, o può affidarsi alla conta del consiglio comunale, che dovrà decidere se sfiduciarlo o meno.

Sullo sfondo, un Partito Democratico risoluto, con il premier Renzi concorde con il Marino dimissionario, e meno con il Marino temerario, e i vertici che considerano al capolinea la sua esperienza.

Al tempo, l’ardua sentenza.

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