Salario minimo, raggiunto l’accordo per i Paesi dell’UE: 2 anni per recepire la direttiva
Sancito l'accordo provvisorio per il salario minimo in Unione Europea: controlli ogni due anni, contrattazione con le parti sociali obbligatoria, sanzionamento dei datori di lavoro non conformi: ecco tutte le direttive
Un nuovo accordo è stato raggiunto dai Paesi dell‘Unione Europea per quanto riguarda il salario minimo. Durante la notte è stata emanata una nota, che recitava: “Una volta adottata definitivamente la legge promuoverà l’adeguatezza dei salari minimi legali e contribuirà a raggiungere condizioni di lavoro e di vita dignitose per i dipendenti europei“.
I paesi membri avranno due anni di tempo per recepire la direttiva nel diritto nazionale.
La direttiva stabilisce procedure per l’adeguatezza, “promuove la contrattazione collettiva sulla determinazione del salario e migliora l’accesso effettivo alla protezione del salario minimo per quei lavoratori che hanno diritto a un salario minimo ai sensi del diritto nazionale, ad esempio da un salario minimo legale o da contratti collettivi“.
L’accordo raggiunto oggi dovrà essere confermato dal Coreper – Comitato dei rappresentanti permanenti è un organo del Consiglio dell’Unione europea. Una volta approvato, ci sarà la votazione formale sia in seno al Consiglio, che al Parlamento europeo.
L’accordo
Gli Stati membri con salari minimi legali, dovranno mettere in atto “un quadro procedurale per fissare e aggiornare questi salari secondo una serie di criteri chiari“. Gli aggiornamenti avverranno almeno ogni due anni.
Le parti sociali dovranno essere coinvolte nelle procedure di definizione ed aggiornamento.
Coinvolgimento delle parti sociali
Poiché la contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari “è uno strumento importante per garantire che i lavoratori possano beneficiare di salari minimi adeguati“, la direttiva mira ad estendere la copertura dei lavoratori, attraverso la contrattazione collettiva. I paesi “dovrebbero promuovere il rafforzamento della capacità delle parti sociali di impegnarsi nella contrattazione collettiva, compresa la protezione dei rappresentanti dei lavoratori“.
L’accordo provvisorio tra il Consiglio e il Parlamento europeo, in particolare, prevede che laddove il tasso di copertura della contrattazione collettiva sia inferiore a una soglia dell’80% gli Stati membri “dovrebbero definire un piano d’azione per promuovere la contrattazione collettiva“.
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