13 Agosto 2021 - 18:24

Salvini: la strategia della coesistenza tra opposizione e governo

salvini, lega

Il leader della Lega Matteo Salvini nella maggioranza del Governo Draghi ha espresso una duplice anima: di critica opposizione e di governo. Perché e a cosa porterà?

Salvini viene spesso definito un politico “di lotta e di governo”. Una apparente contraddizione in termini, che potrebbe sembrare un atteggiamento incoerente. Il realtà il suo comportamento potrebbe essere e forse è assolutamente razionale, specie dal punto di vista dell’acquisizione dei consensi. Il Leader ha trascinato dal 4% nelle politiche del 2013 al 34% delle elezioni europee del 2019 il suo partito. La sua strategia nasce quindi dal calo nei sondaggi che rilevano le intenzioni di voto per la sua forza politica poco incoraggianti.

Una scelta elettorale…

Salvini sa bene, come peraltro osservano anche gli analisti del comportamento elettorale, che gli elettori della Lega hanno tradizionalmente due anime principali: una “populista, presente particolarmente al Sud, la quale è relativamente meno interessata a questioni come i rapporti con l’Europa e i problemi della finanza pubblica. L’altra, più legata a concrete questioni economiche è più diffusa al Nord, composta da una classe media piuttosto benestante. Si tratta in questo caso di un’ala più “moderata” e più legata all’Europa. Salvini ha deciso quindi muoversi utilizzando due anime, una populista e oppositiva, l’altra moderata e di Governo.

…ma una Meloni sempre più forte

I sondaggi sembrano mostrare che il declino delle intenzioni di voto per la Lega dipenda soprattutto da un travaso dal partito di Salvini a quello di Giorgia Meloni, che ha tradizionalmente basi più solide nel Centro-sud e che oggi attira grazie al fatto di essere il solo partito di opposizione al governo Draghi. È difficile prevedere che successo potrà avere la controffensiva del capo della Lega, ma è chiaro a tutti che egli cercherà di fare tutto il possibile al fine di contrastare il “sorpasso” di FdI. Nel centrodestra infatti, vige finora la convenzione che a Palazzo Chigi debba andare il leader del partito che avrà il maggior numero di voti in seno alla coalizione

Essere, dunque, “di lotta e di governo” al tempo stesso è la sola via per la Lega al fine di sopravvivere in questo momento e non soccombere a Fratelli D’Italia. Ma basterà a Salvini per non vedersi sfuggire un’eventuale Palazzo Chigi proprio per mano di Giorgia Meloni?