4 Ottobre 2019 - 17:39

Scorsese-Marvel: altro che lo scontro tra gli Avengers e Thanos

Martin Scorsese, Killers of the Flower Moon Marvel

Il famoso regista Martin Scorsese si è scagliato in pieno contro i cinecomic della Marvel. Ma è davvero così sbagliata la sua critica all’MCU?

Negli ultimi anni, al cinema si è sempre più abituati a vedere scontri spettacolari che aumentino la voglia e l’interesse, nello spettatore, nel guardare un film. Degna “patria” degli scontri più interessanti degli ultimi anni sono i cinecomic, che perseguono la logica del “buono contro malvagio” e regalano veri e propri attimi di adrenalina. Ma che succede quanto uno scontro altrettanto leggendario si sposta nella vita reale ed è altrettanto teso e “cattivo“? Succede che si verifica una vera e propria bufera mediatica, come quella che ha coinvolto Martin Scorsese e la Marvel.

Da una parte, vi è uno dei registi più grandi di tutti i tempi, praticamente inattaccabile dal punto di vista cinematografico. Dall’altra, c’è una delle entertainment house più forti di sempre, soprattutto degli ultimi tempi. Martin Scorsese ha espresso un giudizio alquanto forte nei confronti dei film facenti parte del Marvel Cinematic Universe, paragonandoli a veri e propri parchi tematici piuttosto che al vero cinema. Una definizione alquanto secca e che ha suscitato clamore soprattutto tra gli appassionati del genere legato ai cinecomics.

Non li guardo. Ci ho provato, ma non è cinema. Onestamente, la cosa più vicina a quei film, per quanto siano fatti bene e abbiano attori che fanno del loro meglio viste le circostanze, sono i parchi a tema. Non è un cinema di esseri umani che cercano di veicolare esperienze emotive e psicologiche ad altri esseri umani.” Questo è stato lo scioccante giudizio del regista italo-americano, che ha attirato a sé un mare di polemiche. Ma alla fin fine, chi delle due parti ha ragione? Citando Aristotele, potremmo dire che “la verità sta nel mezzo“. E il perché è presto detto.

Qual è il vero cinema?

Il giudizio di un gigante, un colosso come Martin Scorsese, un autore prima di essere un regista, non può certo far restare indifferenti. Del resto, stiamo parlando di uno dei più grandi mestieranti di tutti i tempi, nonché uno dei migliori in circolazione. Ora, la sua, per quanto si possa definire così, è una “mezza verità“. La Marvel, soprattutto negli ultimi periodi, ha ormai raggiunto una vera e propria “stasi” nella modalità di concezione dei suoi cinecomic. Il perché è presto detto: si parla di una casa di produzione che, negli ultimi anni, non sta puntando sull’autorialità delle proprie storie (come faceva all’inizio), ma punta soprattutto a renderle quanto più appetibili al pubblico.

Ormai in qualsiasi ambito artistico il discorso è analogo, dalla musica alla pittura. Se un film viene prodotto da un’azienda come la Marvel, la stessa casa di produzione farà in modo da rendere il film “commerciale“. Il che non è un termine dispregiativo, ma solamente un modo per far capire come gli obiettivi delle due parti in causa siano completamente opposti. Da un lato troviamo il buon piazzamento su un mercato saturo, dall’altra troviamo un’icona che ha raggiunto un certo status d’intoccabilità e che può permettersi di continuare con l’autorialità.

In effetti, Scorsese ha ragione a definire come puro cinema d’intrattenimento il MCU. Quella è la base. Ma a sostenerlo, a girare e scrivere film vi sono comunque autori importanti come James Gunn, Shane Black, Scott Derrickson e Taika Waititi. Registi che hanno dimostrato il proprio talento al di fuori dell’MCU e che hanno avuto l’opportunità di accrescere anche la bellezza delle pellicole supereroistiche.

Quindi, a conti fatti, il giudizio del regista italoamericano è sì condivisibile, ma dà la parvenza di chi vuol tirare l’acqua al suo mulino a tutti i costi. Sembra quasi una versione dialettica dello scontro tra gli Avengers e Thanos, per dirla in termini cinematografici. Questa volta, però, la diatriba si è conclusa con un pareggio.