3 Novembre 2016 - 19:03

Selvaggia Lucarelli ancora una volta ha parlato troppo

Selvaggia Lucarelli

Selvaggia Lucarelli ancora una volta ha parlato troppo, e questa volta il Tribunale l’ha condannata a risarcire la vittima del suo scherno. Ecco cosa è successo

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Selvaggia Lucarelli ancora una volta ha parlato troppo, ma certo in questo caso non l’ha passata liscia. Il tribunale ha condannato la giornalista più odiata del web a una multa di 500 euro e una sanzione penale di ben 5000 euro. L’accusa? Diffamazione.  La giornalista è nota per i suoi exploit in rete, che di solito vengono sempre contornati dai numerosi, anzi numerosissimi insulti di cui la omaggiano i suoi detrattori.

Ma veniamo al fatto in questione. Nel 2010 la Lucarelli pubblicò un post sul suo blog in cui “accusava” una delle concorrenti di Miss Italia, di essere un transessuale. Questa sua bislacca teoria scaturiva dal fatto che la ragazza, tale Alessia Mancini, Miss Lazio 2010, superava il metro e ottanta di altezza. Da qui lo scoop “La voce è più che insistente e io ve la spiffero in assoluta anteprima. La storia che a Miss Italia ci sarebbe una concorrente trans in effetti pare sia vera. E il nome che gira è quello della numero 53, Alessia Mancini (omonima della nota showgirl), una tizia la cui altezza desta già qualche sospetto: è alta 1,84. La ragazza è operata, ha cambiato il suo nome all’anagrafe ed è stata eletta Miss Lazio il 23 agosto”.  

Selvaggia Lucarelli

Selvaggia Lucarelli contro Miss Italia: la concorrente diffamata dalla giornalista è la n° 53, Alessia Mancini

Una goccia nell’immenso oceano nel web. E invece no, perché questo “pettegolezzo” telematico, circolato pochi giorni prima della celebrazione del concorso, aveva provocato una certa agitazione nell’organizzazione della manifestazione e nella concorrente stessa, che era scoppiata in un pianto a dirotto al momento dell’eliminazione.

La povera ragazza credeva infatti che la causa della sua esclusione fosse proprio l’accusa di Selvaggia Lucarelli, che aveva insinuato il dubbio nei giudici e li aveva portati a credere che quanto detto fosse la verità.

All’epoca dei fatti la cosa passò sotto silenzio, ma a mente fredda la rabbia cominciò a farsi sentire e la giovane Alessia pensò che quello perpetrato dalla giornalista fosse un vero e proprio sopruso. Da qui la denuncia per diffamazione. Ovviamente le lungaggini della giustizia italiana sono ben note, e ci sono voluti più di cinque anni perché la colpevole subisse la stessa gogna che aveva scatenato. Ma giustizia, alla fine, è stata fatta e speriamo che la giovane ex miss assapori ulteriormente il gusto della vittoria spendendo i soldi del risarcimento nel modo migliore: comprando scarpe.

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