Si vive una volta sola: il nuovo film di Carlo Verdone in streaming
“Si vive una volta sola” è il ventisettesimo film da regista di Carlo Verdone. Nel cast anche Rocco Papaleo, Anna Foglietta e Max Tortora
Doveva arrivare lo scorso anno al cinema, ma poi le ben note vicende sanitarie che stanno ancora condizionando il mondo ne hanno congelato il destino: e oggi anche Carlo Verdone si è dovuto arrendere al canto delle sirene dello streaming rilasciando su Amazon (che presto produrrà una serie tv sulla sua vita), il suo ultimo film Si vive una volta sola.
Un road-movie a quattro
Nel ventisettesimo film del suo cursus honorum dietro la macchina da presa, a tre anni da Benedetta Follia, Carlo Verdone interpreta il luminare della chirurgia Umberto Gastaldi che – proprio come fa un regista – dirige la sua equipe composta dall’attrezzista Lucia Santilli (Anna Foglietta), il suo secondo Corrado Pezzella (Max Tortora) e l’anestesista Amedeo Lasalandra (Rocco Papaleo). Quest’ultimo è la vittima sacrificale degli scherzi degli altri tre, che un giorno però si trovano a dover gestire una rivelazione che scherzo non è: Amedeo ha una malattia terminale e a loro spetta l’arduo compito di dirglielo. Lo faranno, decidono di comune accordo, nel corso di una vacanza in Puglia, che Amedeo si è regalato per il suo compleanno.
E’ facile intuire, dunque, come “Si vive una volta sola” sia formalmente un road-movie, genere al quale Carlo Verdone torna dopo Bianco, Rosso e Verdone (1981) e In viaggio con papà (film diretto nel 1982 da Alberto Sordi) e che non è neppure nuovo nel curriculum artistico di Papaleo e Foglietta, entrambi visti ne Il Premio di Alessandro Gassmann (2017), testimoni dell’ultima prova da mattatore del compianto Gigi Proietti.
A ben vedere è l’attore lucano e regista di Basilicata Coast to Coast a far vibrare più efficacemente le corde sulle quali “Si vive una volta sola” si muove: dalla commedia, che gioca reiteratamente sul vizio capitale per eccellenza dell’uomo tout-court, la lussuria, a momenti di più acuta profondità drammatica. Nel primo caso Papaleo ci regala – quasi nelle prime sequenze del film – una risata i cui effetti lo spettatore avvertirà su tutto l’apparato fonatorio per l’intera durata del film, una risata catartica si direbbe; nell’altro, si lascia andare ad una dichiarazione d’amore nei confronti della collega Foglietta che, per carica descrittiva, per quel suo indugiare sui particolari “quotidiani” dell’amata (“Invidio tutto di te, anche il tuo rossetto) ricorda la lirica di Giambattista Marino, a cui anche un cantautore come Max Gazzè, nella canzone I Tuoi Maledettissimi Impegni del 2013, ha dimostrato di essere debitore.
Orazio e…
Nel suo essere celebrazione cinematografica del Carpe Diem di Orazio, suggerendoci che (per parafrasare Raphaelle Giordano) la nostra vita inizia quando capiamo – a volte nostro malgrado – di averne una sola, “Si vive una volta sola” è anche un inno all’amicizia.
In fondo amici lo si diventa per caso, nella fattispecie dei quattro protagonisti a farli incontrare ha contribuito il loro lavoro comune, ma essere amici è una scelta che si fa ogni giorno: quando si è complici, nel divertimento e non solo, quando uno si fa carico del coraggio che all’altro manca. E in questo senso il messaggio che Lucia manda alla figlia di Umberto, fingendosi lui, è indicativo.
Sì, perché Umberto – come i suoi amici e forse questo è un altro punto che li ha fatti incontrare – così ineccepibile sul lavoro, nella vita privata invece sembra annaspare. Il suo cruccio è il rapporto con la figlia, interpretata dall’ex gieffina Mariana Falace, finito in un vicolo cieco di incomunicabilità, e non solo perché lei – che nutre velleità da showgirl – si ostina ad utilizzare il dialetto napoletano di eredità materna e che il padre non capisce.
Anche gli altri tre, come detto, nella vita privata annaspano: Lucia non riesce ad avere una relazione stabile mentre Amedeo, dopo la fine del suo matrimonio, dà lustro alla sua fama di latin-lover. Corrado, infine, è un materialista di rara fattura, che nel suo spasmodico inseguire le cose, non si accorge di stare forse perdendo ciò che conta davvero. Max Tortora, il suo interprete, è forse la conferma più importante di questo film: per chi, come me, l’ha incontrato artisticamente nel ruolo di Ezio Masetti de I Cesaroni, il suo è stato negli ultimi anni un percorso sorprendente, soprattutto se guardiamo al ruolo del padre di Stefano Cucchi in Sulla mia pelle. Un percorso che lo ha portato convincentemente ad affrancarsi dal “carattere” del meccanico fannullone e succube della moglie, per conquistarsi sul campo la credibilità di interprete a tutto tondo, che padroneggia ogni registro e che, nel caso di “Si vive una volta sola”, è al servizio di un film il cui finale è un vero e proprio colpo di teatro.
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