6 Maggio 2021 - 09:00

Luca Ravenna: “A LOL? Un disadattato. E’ il mio modo di stare al mondo”

luca ravenna intervista

Il comico Luca Ravenna si racconta e ci racconta di LOL: “Sono apparso come un uomo fuori dal mondo, ma non era scena. Io sono così, sembro un disadattato, ma è l’unico modo che conosco di stare al mondo”

Il volto meno conosciuto di LOL, la voce di Cachemire: un podcast morbidissimo mi ha concesso 16 minuti per l’intervista più divertente che abbia condotto finora. Stand-up comedian, attore e autore. Sarebbe giusto aggiungere anche supereroe, dato che Luca Ravenna ha risposto alle mie domande mentre era in sella al suo motorino, in giro per le strade di Roma.


Partiamo dall’inizio, da come ti sei avvicinato al mondo del cinema e della comicità. C’è qualche personaggio di questo settore, un film o anche un semplice conoscente che ti ha aperto gli occhi su questi due mondi?


Fin da ragazzo ero molto appassionato di cinema. A 16 anni avevo una fidanzata che mi ha fatto scoprire tanti film importanti. Inoltre volevo andare via da Milano e l’idea del Centro Sperimentale a Roma mi attirava abbastanza. Lì ho trovato amici e colleghi che mi hanno formato ulteriormente. I film che mi hanno un po’ cambiato la vita sono stati quelli di Aldo, Giovanni e Giacomo. Più tardi avrei capito che la mia vocazione era stare sul palco e far ridere la gente.


Tra le tante attività che hai svolto come autore, sceneggiatore, attore e comico, qual è quella che preferisci? Ti piace più stare davanti o dietro le telecamere?


Direi che l’attività che mi piace più fare è quella del tennista, amo troppo giocare male a tennis. Ma a parte le stupidaggini, lo stare sul palco è sicuramente ciò che preferisco fare in assoluto. Facevo l’autore televisivo per altri tra The Pills e Quelli che il calcio, ma ho mollato perché ho capito di voler far ridere la gente, sempre con le mie battute, ma raccontate da me.

Perchè hai scelto proprio la stand-up comedy come genere comico, considerato ancora un po’ di nicchia in Italia?


Crescendo ho iniziato a vedere video di comici che facevano stand-up comedy, principalmente inglesi ed americani. Prima scaricavo video degli spettacoli con il famigerato e illegalissimo Emule. Poi con l’avvento di Youtube ho scoperto sempre di più questo genere. Mi piacevano molto i monologhi, più della comicità legata alla maschera. Mi sembrava la forma di intrattenimento che si avvicinava maggiormente al me spettatore. L’Italia ha una tradizione comica enorme, considerando anche la commedia italiana, che ha fatto la storia del cinema. Ma le forme cambiano, anche quelle del teatro stesso. La stand-up comedy è la novità, è il nuovo scossone nel mondo della comicità, paragonabile al genere trap nella musica.


La Stand-up richiama il politically incorrect. Che opinione hai sul chiacchieratissimo monologo di Pio e Amedeo? Il politically incorrect può essere attenuato dalla formula magica “okay, ma io scherzavo”, oppure tali espressioni e battute possono semplicemente far ridere o no?

Il monologo di Pio e Amedeo lo trovo in primo luogo paradossale. Due comici che si esibiscono in prima serata sulla seconda rete italiana più importante d’Italia non possono lamentarsi del fatto che non si può dire niente, mentre conducono uno show in cui dicono quello che vogliono. Hanno voluto rompere le loro maschere, fare il passo più in là, ma secondo me non è riuscito granché bene. Attribuirei parte della colpa anche agli autori. Il discorso sulle parole da dire o da non dire io lo intendo così: tu non puoi impormi cosa dire o no, mentre io non posso imporre a te di ascoltarmi. Per quanto riguarda l’uso delle parole come “neéro” o “fro*io”, sarebbe più interessante concentrarsi sulle motivazioni del cambiamento del linguaggio, non sul linguaggio stesso, aspetto non affrontano nel monologo.


LOL, lo show più assurdo (in senso buono) che l’Italia abbia mai visto. Quanto ti sei sentito diverso rispetto a tutti gli altri comici presenti in quel teatro? C’era qualcuno verso cui ti sentivi più affine e qualcun altro che invece era il tuo esatto opposto ?


Il primo divario l’ho notato con Fru, per il suo modo di vestire, lui ha un look veramente assurdo. Michela la conosco da anni, i nostri primi spettacoli stand-up li abbiamo fatti insieme. Gli altri li conoscevo poco, ma sapevo di avere solo da imparare perché erano tutti assi della comicità. Sicuramente sono apparso come un uomo fuori dal mondo, ma non era scena. Io sono così, sembro un disadattato, ma è l’unico modo che conosco di stare al mondo. È anche il mio modo di ascoltare le cose ed inserirle nei miei pezzi. A LOL mi veniva richiesto di essere più uno showman che me stesso. Io ci ho provato alla mia maniera.


Del programma abbiamo visto forse la metà di tutto lo spettacolo. C’erano dei momenti in cui non dovevate imporvi di rimanere seri? Oppure si avvertiva la tensione in ogni istante?

Quello che il pubblico ha visto erano 6 ore di gioco, ma le riprese sono durate di più, a causa delle pause tra una ripresa e l’altra, anche per permetterci di sbrigare “faccende fisiologiche”. È stata quella la vera tortura: era soprattutto una questione di resistenza fisica. Alla fine erano tutti cotti. C’erano gli operatori che alla fine suggerivano a Ciro, uno degli ultimi due rimasti in gara:Ao, e ridi, stronzo!” Un’esperienza veramente intensa.

Puoi raccontarci di un’esperienza più pazza ed esilarante di LOL?


Sicuramente leggere i commenti dopo aver partecipato a LOL, sia positivi che negativi! Era la prima volta che mi esponevo per così tanto tempo e di fronte ad un pubblico così vasto. Ho vissuto per 3 settimane come se avessi giocato una partita in Nazionale: nei vari commenti che ho letto tutti sapevano cosa fare e come farlo. E la cosa assurda è che avevano tutti ragione!

Dopo LOL, Cachemire ed il tuo ultimo lavoro Luca Ravenna: Improv Special vol.1, hai altri progetti in cantiere per l’estate?

Faremo un tour di Cachemire, 10 date con Edoardo e tutto il team del podcast. A luglio e ad agosto continuerò con delle esibizioni da solo. Credo che passerò così la mia estate.

Ultima domanda: con chi speri di lavorare in futuro? Oppure hai già conosciuto e lavorato con tutti quelli che volevi?

Sono stato molto fortunato perché ho già lavorato con quelli della Gialappa’s a Quelli che il calcio. Mi piacerebbe lavorare con Aldo, Giovanni e Giacomo, anche per coronare un sogno del me bambino. Inoltre vorrei ospitare Pif a Cachemire, e fargli rispolverare la parte più simpatica che è in lui, un po’ oscurata negli ultimi anni.