3 Novembre 2016 - 13:31

Stop alla Brexit, dovrà decidere il Parlamento

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Stop alla Brexit, dovrà decidere il Parlamento. L’Alta Corte britannica ha accolto il ricorso presentato da alcuni gruppi sostenitori della permanenza nell’Unione

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Stop alla Brexit, almeno fino a nuovo ordine. E per nuovo ordine si intende il voto del Parlamento, che secondo l’Alta Corte britannica costituirebbe l’ago della bilancia nella controversa situazione in cui si trova il Regno Unito dopo il referendum di giugno. La giustizia di Sua Maestà, infatti, ha dato ragione al ricorso presentato da alcuni gruppi sostenitori del remain, e ha rimandato quindi la decisione definitiva al Parlamento.

Stop alla Brexit e niente ricorso al famoso articolo 50 del Trattato di Lisbona. Secondo l’Alta Corte il Governo di Theresa May non potrebbe invocare questo articolo, che contiene la clausola di recessione dall’Unione, perché andrebbe in questo modo a violare l’accordo di adesione della Gran Bretagna alla UE, sottoscritto nel 1972. In aggiunta a questo, la Corte ha pronunciato il suo stop alla Brexit anche in ottemperanza ad un altro fatto, fino a questo momento apparentemente irrilevante: il referendum è un procedimento squisitamente consultivo, la decisione che è venuta fuori da questa procedura ha bisogno del voto del Parlamento per essere attuata. “Il Parlamento è sovrano” hanno dichiarato i tre giudici che hanno emesso la sentenza “la corte accetta l’argomentazione principale dei ricorrenti e non accoglie le argomentazioni avanzate dal governo, che ritiene questo voto inutile”.

Lo stop alla Brexit intanto ha risollevato la sterlina, in preoccupante calo nei mesi successivi alla votazione, ma ha comunque creato un imprevisto ostacolo nella procedura di uscita del Regno Unito, che avrebbe invocato l’articolo 50 entro il marzo 2017, dando inizio ufficialmente ai negoziati per stabilire le condizioni della separazione che, nel rispetto dei tempi previsti, dovrebbero durare due anni. Ma adesso lo scenario cambia, e Downing Street dovrà fare appello contro questa storica decisione, che promette di creare dei nuovi grattacapi alla May e già sta accrescendo il senso di confusione e precarietà che serpeggia nel Regno Unito dal giorno del voto.

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