4 Novembre 2015 - 11:20

Tagli alla sanità

tagli alla sanità

Cresce la preoccupazione per  i tagli al fondo sanità previsti dalla legge di stabilità

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L’11° Rapporto annuale del CREA Sanità (Consorzio per la Ricerca Economica Applicata in Sanità), diretto dal Professor Federico Spandonaro, dell’Università di Roma Tor Vergata, evidenzia alcuni aspetti salienti del settore Sanità, riguardo la spesa, gli esiti di salute, la spesa “out of pocket”, il carico fiscale, l’efficienza, la farmaceutica e la prevenzione.

Per ciò che riguarda la “Spesa sanitaria” questa risulta “molto più bassa che negli altri Paesi europei: è inferiore a quella dei paesi EU14 del -28,7% (spesa corrente pubblica + privata) e la forbice (anche in percentuale del PIL) si allarga anno dopo anno. Non può quindi essere una preoccupazione il livello della spesa”.

Pagine 1 rapporto-sanitaFonte: 11° Rapporto Sanità – CREA Sanità

Dall’indagine condotta sui c.d. “Esiti di salute”, risulta che “la quota di popolazione che dichiara di avere patologie di lunga durata o problemi di salute è in Italia inferiore a quella degli altri Paesi europei” ma nonostante il buon livello di salute degli italiani, secondo il rapporto “stiamo perdendo il nostro vantaggio in termini di salute: e il processo di convergenza sui livelli (peggiori) degli altri Paesi sembra avere accelerato negli ultimi 10 anni. In particolare sembra più colpita la classe media, che evidentemente risente maggiormente della crisi e degli aumenti delle compartecipazioni”.

La Spesa out of pocket (spesa sostenuta direttamente dalle famiglie) si incrementa per il 2014 del +14,5%. Più di 2,7 milioni di italiani dichiarano di rinunciare a priori a sostenerle per motivi economici.

Pagine 2 rapporto-sanitaFonte: 11° Rapporto Sanità – CREA Sanità

Inoltre se si guarda ai Risultati di esercizioil disavanzo della spesa sanitaria in termini assoluti è andato progressivamente diminuendo, riducendosi del 43,7% (considerando le sole Regioni in disavanzo) tra il 2010 e il 2014; quindi l’aspetto finanziario è nettamente migliorato, ma con esiti equitativi discutibili: l’equilibrio è infatti stato perseguito anche con l’inasprimento fiscale a livello regionale, penalizzando nei fatti le famiglie che risiedono in quelle Regioni in difficoltà (ndr).

L’aspetto Farmaceutica evidenzia che il “consumo in Italia dei farmaci approvati da EMA (European Medicines Agency) negli ultimi 5 anni (2009-2014), rispetto a Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, è in media inferiore del -38,4%”.

Infine il dato della Prevenzione rappresenta secondo l’OCSE, “sarebbe pari a € 66,3 contro € 99,5 in Germania e € 131,0 in Svezia. Dell’insufficienza degli investimenti nel settore negli anni passati è prova che nel 2014, a livello nazionale, la copertura per le vaccinazioni pediatriche non ha raggiunto il 95% (soglia minima raccomandata dal Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale) per nessuno degli antigeni previsti, con difformità a livello regionale, e che le politiche sugli stili di vita sono praticamente ferme”. Il Rapporto sottolinea che per il 2014 sono 9 le Regioni che non raggiungono la soglia minima raccomandata per nessuno degli antigeni considerati, la maggior parte del Nord ma tra queste comunque risultano Campania, Puglia e Sicilia.

Pagine 3 rapporto-sanita

Fonte: 11° Rapporto Sanità – CREA Sanità

Il Rapporto conclude con alcune proposte e 5 punti ritenuti urgenti da perseguire, non mancando di sollevare critiche, tra le altre, circa la “burocratizzazione del sistema” e la “rottura del rapporto fiduciario medico-paziente”, o ancora la “dominante ricerca di risparmi a breve termine, spesso ottenuti mediante economie di scala che pare non abbiano poi colto il rischio di competizioni di puro prezzo non adeguatamente regolamentate”.

Il Professore Spandonaro nel rapporto propone che “a questo punto occorre una moratoria a medio termine di ogni tentativo di contrarre ulteriormente la crescita del finanziamento sanitario”.

Ad una dichiarazione Ansa ha inoltre aggiunto: “Il mancato aumento (in legge di Stabilità del Fondo Sanità per 2 mld) è un taglio perché ci distanzia sempre più dai livelli di spesa degli altri Paesi europei e riduce la percentuale di Pil destinata alla Sanità. E a pagare sono i cittadini, in particolare, la classe media”.

Gli fa da contraltare Luca Antonini, Presidente della Commissione per il federalismo fiscale (Copaff) puntualizzando in un intervento su “Panorama” che: “Secondo il Ministro Lorenzin è stato un errore fatale aver delegato la sanità alle Regioni. Sta dando i numeri? No, sta solo facendo affermazioni fuori luogo perché i numeri dimostrano il contrario: la sanità è uno dei pochi settori pubblici in cui l’Italia si trova ai primi posti nelle classifiche internazionali: secondo l’OCSE infatti si colloca al 2° posto per qualità e all’11° per livello di spesa”, conclude “Certo, nella sanità ci sono Regioni che funzionano benissimo e altre malissimo: il rimedio non è ricentralizzare tutto ma applicare davvero i costi standard”.

Infine aggiunge la sua voce la Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini che in un comunicato rilasciato ieri rappresenta preoccupazioni per i tagli alla sanità dichiarando: “abbiamo rappresentato le preoccupazioni delle regioni rispetto a tagli contenuti nella legge di stabilità per il fondo del servizio sanitario. Un taglio di risorse che, se non considerato dal Governo, rischia di mettere in discussione la tenuta della sanità pubblica. Le nostre preoccupazioni vorremmo quanto prima manifestarle al governo al quale oggi, come Conferenza (intendendo la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome), abbiamo chiesto un incontro per discutere il problema dei tagli per la sanità, e non solo”.

Ancora, è di oggi la notizia della proclamazione di uno Sciopero generale di 24 ore per i medici del servizio pubblico. La protesta è stata indetta per il prossimo 16 dicembre da tutte le sigle sindacali contro il mancato finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale e contro il “grave e perdurante disagio ai cittadini da politiche orientate esclusivamente ad una gestione contabile del Servizio sanitario nazionale“.

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