Telemarketing selvaggio, il ddl Concorrenza dice no

Telemarketing selvaggio, il ddl Concorrenza dice no. Si pensa di iscrivere nel Registro Nazionale delle Opposizioni anche i cellulari, laddove sono già presenti oltre un milione e mezzo di numeri fissi che non vogliono essere contattati con telefonate pubblicitarie

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Telerketing selvaggio, tempi duri per gli operatori ai call center, uno dei lavori, notoriamente, più ingrati che il mercato proponga attualmente. Il popolo dei tartassati dal telemarketing selvaggio si divide, inevitabilmente, in due categorie: chi risponde e fa parlare l’operatore e chi, impietosamente, chiude la telefonata ancor prima che il malcapitato inizi a parlare.

Ebbene, tutto questo sta per finire. E’ allo studio del Parlamento la possibilità di inserire, nel Registro Nazionale delle Opposizioni, anche i numeri dei telefoni cellulari oltre a quelli di rete fissa, tra quelli che potranno cessare di essere contattati dagli operatori con proposte di offerte o cambi di piano tariffario.

Negli intenti del Parlamento il Registro cancellerà tutti i consensi per l’uso del numero di telefono ai fini di telemarketing e saranno ritenuti legittimi solo quelli concessi dopo l’iscrizione al Registro perché, in quel caso, l’aver fornito i propri dati da parte dell’utente sarà stata un’azione consapevole e non carpita con l’inganno.

Al momento il telemarketing selvaggio interessa oltre 13 milioni di utenze fisse in Italia, con solo 1519000 iscritte nel Registro delle Opposizioni. Negli ultimi cinque anni le segnalazioni contro il telemarketing selvaggio sono state più di ventimila, con la maggior parte delle istruttorie aperte che contemplano, tra le accuse agli operatori, anche quella di stalking. Quando un operatore non riceve risposta il numero “colpevole” non viene scartato, ma rimane nel loro elenchi e torna periodicamente per essere ancora ricontattato, e ancora, fino a che l’utente esasperato non cede e risponde. Da oggi tutto questo potrebbe finire. Speriamo.