10 Maggio 2016 - 13:08

Terrorismo, due fermi a Bari. In totale 5 i sospettati

nuova zelanda

Terrorismo, due fermi a Bari: l’accusa è di far parte di una cellula terroristica legata all’Isis che secondo gli inquirenti era pronta a colpire

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Terrorismo, due fermi a Bari: l’accusa è di far parte di una cellula terroristica legata all’Isis. Secondo gli inquirenti erano pronti a colpire già ora in punti sensibili e di aggregazione comune come centri commerciali, porti e aeroporti. La cellula sarebbe stata composta da cinque persone di cui una sarebbe ricercata a Milano mentre altri due sarebbero addirittura già partiti per l’Afghanistan.

I carabinieri del comando provinciale di Bari, stanno operando una prima ricostruzione, dopo un anno circa di indagini, scattate dopo che uno degli indagati era stato visto riprendere con il telefonino gli esterni del centro commerciale Ipercoop di Bari, nel quartiere di Santa Caterina. Sempre secondo gli inquirenti il gruppo stava progettando attentati in Italia, in Francia, in Belgio e nel Regno Unito.

Secondo i pubblici ministeri Giuseppe Drago e Roberto Rossi viene contestata ai fermati e coloro ad essi associati: “La preparazione e l’esecuzione di azioni terroristiche da attuarsi contro governi, forze militari, istituzioni, organizzazioni internazionali, cittadini e altri obiettivi civili”. Ad aggravare oltremodo la posizione dei sospettati sono le decine di foto e filmati rinvenuti nei telefonini, che documentano veri e propri sopralluoghi davanti ad aeroporti (ci sono i video degli interni dello scalo di Palese), porti, centri commerciali, alberghi, non solo nel nostro Paese ma anche in Inghilterra.

Nonostante i presunti terroristi non avessero grandi disponibilità economiche, andavano e venivano dalla Gran Bretagna con voli low cost ed è stato proprio questo continuo spostarsi che ha reso necessario per gli investigatori il fermo, pur riscontrando ancora l’irreperibilità di due dei sospettati. I nomi dei sospetti sono Ahmadzai Qari Khesta, Ahmadzai Surgul, Nasiri Hakim, Amjad Zulfiqar e Ahmadzai Gulistan. Tutti loro, pur trovandosi evidentemente ancora in una fase iniziale del progetto, erano comunque riusciti e mettere in piedi una rete di sostegno logistico tutt’altro che trascurabile.

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