4 Novembre 2015 - 00:59

The Whispers – Finale di stagione

the whispers

“Dove sono finiti i nostri bambini?”: questa la battuta finale nell’ultima puntata di The Whispers. Tutto così meticolosamente costruito per adagiare i pochi telespettatori rimasti nella legittima lotta contro l’alieno 

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Poche cose si possono argomentare in positivo in The Whispers, perché tali sono gli elementi su cui, tanto la scrittura quanto la regia, hanno focalizzato tanto la costruzione narrativa quanto l’obiettivo.

Il finale della prima stagione ci chiarisce gli aspetti psicologici dell’attacco di Drill, in sostanza siamo ora certi che si tratta di una dimensione aliena, che mira ai bambini.

Tutta la corsa dei genitori per salvare il loro Pianeta dall’imminente pericolo, non è abbastanza, non è giusta, avendo lasciato i loro figli spesso sotto l’influenza del monopolio televisivo e del videogioco, gli unici compagni durante i lunghi ed interminabili giorni di solitudine.

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The Whispers – Finale di stagione

Il lavoro, la carriera della donna, l’arrivismo, il tradimento: sono tutti elementi che hanno portato allo sradicamento e al depauperamento della famiglia come nucleo fondante e rassicurante dell’uomo.

L’America però, è una Nazione ambigua, perché ti proclama eroe solo quando accetti di fare un qualsiasi “sacrificio”.

L’ultima puntata di The Whispers parte appunto dall’idea di sacrificio (personificata da Orione, figlia del Presidente, involucro di Drill), alla base della “costituzione” americana, attraverso la quale si raggiungono i risultati più ambiti. Il sacrificio che richiede Drill riguarda, questa volta, gli affetti.

Una madre e un padre – la famiglia -, non hanno il diritto di creare squilibrio tra di loro, perché i figli possono diventare energia, fonte “rinnovabile” per altri sistemi sconosciuti.

Il mondo è un’incognita, e la famiglia deve addestrare il proprio bambino accompagnandolo gradualmente, non può e non deve isolarlo dalle sue attenzioni. Ogni errore sarà punito, sarà irreversibile.

Questa la lezione, moralistica, che arriva alla fine dell’ultima puntata. Poco accennati, invece, i legami tra il mondo alieno (che in America può essere tutto o niente, in quanto allegoria di nemico in senso lato) e la politica, quando invece nella penultima puntata stava per essere accarezzata, diventando solo un ricordo: ora, con l’attacco imminente del mondo alieno, conta far emergere l’eroismo, la prontezza e il senso di nazione, di sopravvivenza collettiva insita nell’uomo americano.

Si parlava di armi nucleari, contatti ravvicinati con un’energia aliena, sperimentazione sugli umani: poche volte sviluppata, la trama di The Whispers sceglie di scivolare nell’intimo, nel melodramma, nel ruolo del genitore nel mondo contemporaneo americano.

Un tema abusato nella serie Tv in questione, che si disperde situazioni troppo patetiche fino alla decima puntata, quando qualcosa finalmente sembra riordinare le vicende.

Una fine, quella dei bambini, preannunciata e poco originale. I bambini non sono scomparsi, ma sta scomparendo l’arte della scrittura, fondamentale nella serialità, così come la capacità di penetrare i sistemi (politici, sociali, psicologici, culturali…) e di fare, dell’avvento degli alieni, un modo inatteso di sentire la cultura americana e il suo rapporto con il “nemico”. Qual è questa volta il nemico? La lotta contro l’alieno è legittima: questo ci è dato sapere!

La seconda stagione è stata già annullata dall’ABC per carenza di contenuti e di ascolti.

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